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cadessi. Se forse dello essilio che hai piangi, non fai il migliore: chè, pensando al vero, niuno essilio si può avere, con ciò sia cosa che il mondo sia una sola città a tutti. Ove che la fortuna ponga altrui, ella nol può cacciare di quello. In ciascun luogo giunge altrui la morte con finale morso. A’ virtuosi ogni paese è il loro. Lascia questi pianti e leva su, vienne con meco, e virtuosamente pensa di vivere, e metti in oblio la malvagità di quella giovane che a questo partito t’ha condotto: che de’ cieli possa fuoco discendere che igualmente tutte le levi di terra! -. A cui Fileno disse: Giovane, ben credo che il tuo dolore fu grande, e similmente il tuo animo, poi che con pazienza il potè sostenere; ma io mi sento troppo minore l’animo che la doglia, e però invano ci si balestrano confortevoli parole. Io sono disposto a piangere mentre io vivrò: gl’iddii per me del tuo buon volere ti meritino. Io ti priego per quello amore che tu già più fervente portasti alla tua donna, che non ti sia noia il partirti e ’l lasciarmi con continue lagrime sfogare il mio dolore -. - G l’iddii te ne traggano tosto di cotale vita - disse il giovane. E partitosi da lui, se ne tornò per quella via onde venuto era.

Partito il giovane, Fileno ricominciò il doloroso pianto; e increscendogli della sua vita, con dolenti voci incominciò a chiamare la morte così: O ultimo termine de’ dolori, infallibile avvenimento di ciascuna creatura, tristizia de’ felici e disiderio de’ miseri, angosciosa morte, vieni a me! Vieni a colui a cui il vivere è più noioso che il tuo colpo, vieni a colui che graziosa ti riputerà! Deh, vieni, chè il tristo cuore ti chiede! Oimè, ch’io non posso con la debole voce esprimere