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dovessero i comandamenti della santa dea adempiere sanza alcuno indugio. A’ quali essi disposti, sanza più stare, del luogo si partirono per adempierlo.

Mentre che i fati le cose sinistre così per Fileno trattavano, Fileno di tutte ignorante si stava pensando alla bellezza di Biancifiore, con sommo disio disiderando quella, quando subito sonno l’assalì, e, gli occhi gravati, sopra il suo letto riposandosi s’adormentò. Al quale sanza alcuno dimoro furono presenti i ministri del pregato iddio adoperando ciascuno i suoi ufici: e parvegli nel sonno subitamente essere in un bellissimo prato tutto soletto, e rimirare il cielo, lodando le sue bellezze, e adequando quelle di Biancifiore alla chiarità delle stelle che in quello vedea. E così stando, subitamente uno di quelli uficiali in forma d’un caro suo amico gli parve che gli apparisse piangendo e correndo verso lui, e dicessegli: O Fileno, che fai tu qui? Fuggiti, ch’io ti so dire che l’amore che tu hai portato a Biancifiore t’ha acquistata morte. Tu non potrai essere fuori di questo prato, che Florio armato con molti compagni ci saranno suso, cercando di levarti la vita. Fuggi di qui, o caro amico, sanza niuno indugio. Non volere che io di tal compagno, quale io ti tengo, rimanga orbato -. E ancora non parea che questi avesse compiuto di parlare, che già dall’una delle parti del prato si sentiva il romore delle sonanti armi degli armati, i quali a Fileno pareva, come detto gli era stato, che venissero. Allora pareva a Fileno levarsi tutto smarrito, e non sapere qual via per la sua salute si dovesse tenere; anzi gli pareva che le