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credibile che io per Fileno te potessi dimenticare? E non ti ritenesti di dire che io, femina di fragilissima natura, niuna avversità per amor di te sostenere non avea potuto, volendo quasi dire che per alleggiare i sospiri, che per te, a me lontano, sento insieme con molte pene, cercai di volere prossimano amadore, il quale più spesso veggendo, mi rallegrassi. Oimè, che falsa oppinione porti, se questo credi! Ma certo più per tentarmi, che per altro il fai, però che io so che tu conosci che io mai dal mio nascimento, risomigliando da’ miei parenti, sanza avversità non fui, per la qual cosa a forza m’è convenuto divenire maestra di sostenere quelle: e se io l’ho sostenute grandissime tu il sai, che gran parte con meco insieme n’hai sentite. Pensa certamente che alcuni sospiri mai non furono cocenti come sono quelli i quali io per troppo disio di te mando fuori della mia bocca, nè lagrime mai con tanta copia bagnarono petto, quanto hanno le mie il mio bagnato, solo per lo tuo essere lontano. Ma veramente non molto tempo passerà che tu potrai dire che io sia fragile a sostenere l’avversità nelle quali io sono circuita, però ch’io sento la mia vita fuggire da me con istudioso passo, e l’anima, che il dolore del dolente cuore non puote sostenere, l’ha già più volte voluto abandonare, e solo alcuno conforto, che io allora ho preso sperando di rivederti, l’ha ritenuta. Ma se così fatti dolori aggiugni a quelli che io ho infino a qui sentiti, come fatto hai al presente per la tua pistola, io non aspetterò che l’anima cerchi congedo, anzi gliele darò costringendola del partire, se ella forse volesse dimorare. Io sono entrata in nuova dubitazione, la