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per giovane non meno bella e gentile di lei e per la salute propia della sua vita, la quale sanza Medea avere non potea. Medea poi per la sua crudeltà fu giustamente da lui lasciata, trovando egli Creusa più pietosa di lei. Oenone fu abandonata da Paris per la più bella donna del mondo. E chi sarebbe colui che avanti non volesse una reina discesa del sangue degl’immortali iddii, che una rozza femina usata ne’ boschi? Oh quanti essempli a questi simili si troverebbero! Ma al mio dolore niuno simile se ne troverebbe, che un figliuolo d’un re per un semplice cavaliere sia lasciato dove la virtù avanza nell’abandonato. Deh, misera fortuna, se io avessi ad inganno avuto l’amore di Biancifiore, come Aconzio ebbe quello di Cidipe, certo alquanto parrebbe giusto che io fossi per più piacevole giovane dimenticato; ma io non con inganno, non con forza, non con lusinghe ricevetti il grazioso amore, anzi benignamente e con propia volontà di lei, cercando co’ propii occhi se io era disposto a prenderlo, e trovando di sì, mel donò: il qual ricevuto, a lei del mio feci subitamente dono. Adunque perchè questa noia? Perchè consentire me per altro essere dimenticato? Oimè, che le mie voci non vengono alle tue orecchi. Or volessero gl’iddii che mai lieta non mi ti fossi mostrata! Certo io credo che ’l mio dolore sarebbe minore, però che io reputo felicissimo colui che non è uso d’avere alcuna prosperità, però che da quella sola, perdendola, procede il dolore. E di che si può dolere chi dimora sempre con quello ch’egli ebbe? Tu ora m’hai posto sì abasso che più non credo potere scendere: nel quale luogo, sì come più doloroso