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atti s’ingegnava di piacerle, avvegna che Biancifiore di ciò niente si curava, ma, saviamente portandosi, mostrava che di queste cose ella non conoscesse quanto facea. L’amore che Fileno portava a Biancifiore non era al re nè alla reina occulto; i quali, acciò che il cuore di Biancifiore di nuovo piacere s’accendesse e Florio fosse da lei dimenticato, contenti di tale innamoramento, più volte nella loro presenza chiamavano Fileno, a cui faceano venire davanti Biancifiore e con lei tal volta sollazzevoli parole parlare; ma ciò era niente, chè Biancifiore di lui si curava poco, anzi sospirando vergognosa bassava la testa come davanti le venia, sanza già mai alzarla per mirare lui, se ciò non fosse stato alcuna fiata in piacere del re o della reina, li quali ella conoscea essere di tale amore allegri, avvegna che Fileno pensasse che que’ sospiri, i quali dal cuore di Biancifiore moveano, uscissero fuori essendone egli cagione. Mostrando Biancifiore per conforto della reina d’amare il giovane cavaliere; avvenne che dovendosi ne’ presenti giorni celebrare una grandissima solennità ad onore di Marte, iddio delle battaglie, e nella detta solennità si costumasse un giuoco nel quale la forza e lo ’ngegno de’ giovani cavalieri del paese tutta si conoscea, Fileno propose di volere in quel giuoco per amore di Biancifiore mostrare la sua virtù; ma ciò, se alcuna gioia da Biancifiore non avesse la quale in quel luogo per soprasegnale portasse, non volea fare. Onde egli un giorno si mosse, vedendo Biancifiore stare con la reina e con dubbioso viso, davanti alla reina così a Biancifiore cominciò a parlare: O graziosa giovane, la cui bellezza Giove credo nel suo seno formasse, e a cui io per volere di