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tanto più a lui amorosamente s’accostavano. E in tal maniera stando, Calmena, che già s’era dell’amore di Florio accesa oltre al convenevole, più pronta che Edea, s’appressò a Florio, e quasi appena si ritenne che ella nol baciò, ma pur così gli disse: O grazioso giovane, perchè non ne di’ tu la cagione della tua subita malinconia? Perchè, dilungandoti da noi, mostri di rifiutarci, che ora inanzi eravamo da te sì benignamente accompagnate? Non è la nostra bellezza graziosa agli occhi tuoi? Certo gl’iddii si terrebbono appagati di noi, nè non crediamo che Io, tanto perseguitata da Giunone, fosse più bella di noi quando ella piacque a Giove, nè ancora Europa che sì lungamente caricò le spalle del grande iddio, nè alcune altre giovani crediamo essere state più belle di noi: e sì ne veggiamo il cielo adorno di molte! Adunque tu, perchè ne rifiuti? -. E con queste parole e molte altre, con atti diversi e inonesti sospirando guardavano di ritornare Florio al partito nel quale poco davanti era stato. Alle quali Florio disse così: Ditemi, giovani, se gl’iddii ogni vostro piacere v’adempiano, foste voi mai innamorate? -. A cui esse subitamente risposero: Sì, di voi solamente; nè mai per alcuna altra persona sospirammo, nè tale ardore sentimmo se non per voi -. - Certo - disse Florio - di me non siete voi già innamorate; e che voi non siate state nè siate d’altrui si pare manifestamente, però che amore mai ne’ primi conoscimenti degli amanti non sofferse tanta disonestà, quanta voi verso me, con cui mai voi non parlaste, avete dimostrata: anzi fa gli animi temorosi e adorni di casta vergogna, infino che la lunga consuetudine fa gli animi essere eguali conoscere. E che