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vuole per forza d’arme che la sentenza, da’ vostri giudici data contro a Biancifiore, sia falsa, e ch’ella non debbia morire intende, e a me, che disarmato a’ suoi intendimenti resistea, ha fatto villania e oltraggio; e certo ivi era presente Parmenione, Sara, e altri uomini a voi suggetti sì com’io, i quali più tosto disaiuto che soccorso mi porsero, svergognando voi e la vostra potenza, favoreggiando Biancifiore. E il cavaliere ha detto ch’è fedelissimo e distretto amico di Florio, onde Biancifiore per parte di lui gli s’è richiamata: per la qual cosa è del tutto fermo di mai sanza battaglia non partirsi, e di scampar lei o di morire egli. Onde io vi priego carissimamente che a me voi concediate questo dono della battaglia, rinnovandomi arme e cavallo, acciò ch’io possa principalmente con la mia spada il vostro onore e intendimento servare, e appresso vendicare la ricevuta onta. Io porto speranza negl’iddii e nelle mie forze che sanza dubbio con vittoria vi menerò preso il villan cavaliere, che tanto ha oggi vostra potenza dispregiata -.

Niente piaceano al re tali novelle, ma con dolente animo l’ascoltava, e fra sè dice: "Deh! or chi ha sì tosto a Florio queste cose rivelate, che egli sì subito soccorso mandato l’ha? E chi potrebbe essere stato amico di Florio tanto stretto, che per lui a tal pericolo si mettesse? Non so. O iddii, maladetta sia la vostra potenza, la quale non ha potuto sostenere ch’io rechi a perfezione un mio intendimento!". E poi che egli ebbe per lungo spazio rivolte per la mente le non piacevoli cose, sospirando rispose: Non so chi si sia questi che il mio intendimento s’ingegna