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per amor di quella che donato glielo avea. E in tal maniera dimorando pensoso, soave sonno gli gravò la testa, e, chiusi gli occhi, s’addormentò; e dormendo nuova e mirabile visione gli apparve.

A Florio parve subitamente vedere l’aere piena di turbamento, e i popoli d’Eolo, usciti del cavato sasso, sanza niuno ordine furiosi recare da ogni parte nuvoli, e commuovere con sottili entramenti le lievi arene sopra la faccia della terra, mandandole più alte che la loro ragione, e fare sconci e spaventevoli soffiamenti, ingegnandosi ciascuno di possedere il luogo dell’altro e cacciar quello; e appresso mirabili corruscazioni e diversi suoni per isquarciate nuvole, le quali parea che accendere volessero la tenebrosa terra; e le stelle gli parea che avessero mutata legge e luoghi, e pareali che ’l freddo Arturo si volesse tuffare nelle salate onde, e la corona della abandonata Adriana fosse del suo luogo fuggita, e lo spaventevole Orione avesse gittata la sua spada nelle parti di ponente; e dopo questo gli parve vedere i regni di Giove pieni di sconforto, e gl’iddii piangendo visitare le sedie l’uno dell’altro; e pareali che gli oscuri fiumi di Stige si fossero posti nella figura del sole, però che più non porgea luce; e la luna impalidita avea perduti i suoi raggi, e similmente tutti gli altari di Marmorina gli pareano ripieni d’innocente sangue umano, e tutti i cittadini piangere con altissimi guai sopr’essi. I paurosi animali e feroci insiememente per paura gli parevano fuggir nelle caverne della terra, e gli uccelli ad ora ad ora cader morti, nè parea che albero ne potesse uno sostenere. E poi che queste cose a Florio, che di paura piangea, si mostrarono, gli parea veder davanti a sè