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ti potesse assalire, che quello che tu hai per l’assenza di Florio, ma tu dimori nel più alto luogo, a rispetto che tu starai. Oimè, che tu, lontana allo iniquo consiglio, spandi amare lagrime per amore, le quali più tosto per pietà di te medesima spandere dovresti, avvegna che a coloro che semplicemente vivono, gl’iddii proveggono a’ bisogni loro, e molte volte è da sperare meglio quando la fortuna si mostra molto turbata, che quando ella falsamente ride ad alcuno.

La reale sala era di marmoree colonne di diversi colori ornata, le quali sosteneano l’alte lammie che la coprivano, fatte con non picciolo artificio e gravi per molto oro, e le finestre divise da colonnelli di cristallo, i cui capitelli e d’oro e d’argento erano, per le quali la luce entrava dentro ad essa. Nelle notturne tenebre non si chiudeano con legno, ma l’ossa degl’indiani elefanti, commesse maestrevolemente e con sottili intagli lavorate, v’erano per porte; e in quella sala si vedeano ne’ rilucenti marmi intagliate l’antiche storie da ottimo maestro. Quivi si potea vedere la dispietata ruina di Tebe, e la fiamma dei due figliuoli di Iocasta, e l’altre crudeli battaglie fatte per la loro divisione, insiememente con l’una e con l’altra distruzione della superba Troia. Nè vi mancava alcuna delle gran vittorie del grande Alessandro. E con queste ancora vi si mostrava Farsalia tutta sanguinosa del romano sangue, e’ prencipi crucciati, l’uno in fuga e l’altro spogliare il ricco campo degli orientali tesori. E sopra tutte queste cose v’era intagliata la imagine di Giove, vestita di più ricca roba che quella che Dionisio fero già gli spogliò, intorniato d’alberi d’oro, le cui frondi non