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FILOCOPO


di


GIOVANNI BOCCACCIO




LIBRO PRIMO


Mancate già tanto le forze del valoroso popolo anticamente disceso del troiano Enea, che quasi al niente venute erano, per lo maraviglioso valore di Giunone, la quale la morte della pattovita Didone cartaginese non avea voluto in ultimo dimenticare, nè all’altre offese porre non debita dimenticanza; facendo degli antichi peccati de’ padri sostenere a’ figliuoli aspra gravezza, possedendo la loro città, la cui virtù già l’universe nazioni si sottomise, sentì che quasi nelle estreme parti dell’ausonico corno ancora un picciolo ramo della ingrata progenie era rimaso, il quale s’ingegnava di rinverdire le già seccate radici del suo pedale. Commossa adunque la santa Dea per le costui opere, propose di ridurcelo a niente, abbattendo la innalzata sua superbia, come quella degli antecessori avea altra volta abbattuta, con degno mezzo. E posti agli splendenti carri gli occhiuti uccelli, davanti a sè mandata la figliuola