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rompessi; e dopo questo, per vituperevole e etterna sua memoria, co’ propii denti del naso la priverei: e questo fatto, me medesima m’ucciderei. Questo non credo però che possibile sia di dovere avvenire: ma sì come leale amante ne dubito, e però il dico. Tu avrai molti altri diletti, e ciascuno s’ingegnerà di piacerti, acciò che io ti dispiaccia: ma io mi fido nella tua lealtà. E però che io sono certa che come tu in molti e varii diletti starai, così io in molte avversità, le quali forse io non ti potrò far note così com’io vorrei, ti voglio pregare, poi che gl’iddii adoperano verso noi tanta crudeltà, e la fortuna ne mostra le sue forze in dipartirci, che ti piaccia per amore di me portar questo anello, il quale, mentre che io sanza pericolo dimorerò, sempre nella sua bella chiarezza il vedrai, ma, come io avessi alcuna cosa contraria, tu il vedrai turbare, Io ti priego che allora sanza niuno indugio mi venghi a vedere: e priegoti che tu sovente il riguardi, ogni ora ricordandoti di me che tu il vedi. Più non ti dico, se non che sempre il tuo nome sarà nella mia bocca, sì come quello che solo è nella memoria segnato, e nello innamorato cuore col tuo bel viso figurato. Tu solo sarai i miei iddii, i quali io pregare debbo della mia felicità: a te saranno tutte le mie orazioni diritte, sì come a quelli in cui i miei pensieri tutti si fermano per aver pace. Veramente una cosa ti ricordo: che s’egli avviene che il tuo padre non mi mandi a te come promesso t’ha, che il tornare tosto facci a tuo potere, però che se troppo sanza vederti dimorassi, lagrimando mi consumerei -. E dette queste parole, piangendo gli si gittò al collo; nè prima abbracciando si giunsero,