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94 il filocolo

terra ne discendesse, fu Florio da’ piú nobili della terra ricevuto. E, scavalcati, tutti salirono alla gran sala, e quivi per picciolo spazio riposati, presero l’acqua alle mani, e andarono a mangiare. E poi per amore di Florio, molti giorni solennemente per la cittá festeggiarono.

Biancofiore cosí rimasa, alquanto da Glorizia riconfortata, ogni giorno andava molte fiate sopra l’alta casa, in parte donde vedeva Montorio apertamente, e quello riguardava con molti sospiri e aveva alcun diletto, imaginando e dicendo fra se medesima: «Lá è il mio disio e il mio bene». E tal volta avveniva che stando ella sentiva alcun soave e picciolo venticello venir da quella parte, e ferivala per mezzo la fronte, il quale ella con aperte braccia riceveva nel suo petto, dicendo: «Questo toccò il mio Florio, sí come egli fa ora me, inanzi che egli giungesse qui; e poi, quindi partendosi, andava in tutti quelli luoghi della casa dov’ella si ricordava d’avere giá veduto Florio, e tutti gli baciava, e alcuni ne bagnava alcuna volta d’amare lagrime. Questi erano i templi degl’iddii e gli altari, i quali ella piú visitava. E niuna persona veniva da Montorio, che ella o tacitamente o in palese non dimandasse del suo Florio. Ella mai non mangiava che Florio non fosse da lei molte fiate ricordato; e s’ella andava a dormire, non senza ricordare piú volte Florio vi si poneva, e niuna cosa senza il nome di Florio non faceva; e s’ella dormendo alcun sogno faceva, si era di Florio; e per questo sempre avrebbe disiderato di dormire, acciò che spesso in tale inganno dormendo si fosse ritrovata: ben che poi, trovandosi dal sogno ingannata, le fosse assai gravosa noia. E pregava sempre gl’iddii che ’l suo Florio da fortunoso caso guardassero, e che le dessero grazia che tosto potesse andare a lui, o egli tornare a lei. Ella non si curava mai di mettere i suoi biondi capelli con sottile maestria in dilicato ordine, ma quasi tutta rabbuffata sotto misero velo gli lasciava stare. Né mai si curava di lavare lo splendido viso, o di vestir belli e preziosi vestimenti, perciò che non v’era a cui ella disiderasse di piacere. E il cantare e l’allegrezza e la festa del tutto avea lasciato per