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libro secondo 91

tanto dolore: ché, s’io credessi che questa vita dovessi tenere, io in niuno atto v’andrei; e s’io pur v’andassi, credo che pensando al tuo dolore morrei. E promettoti per la leal fede che io ti porto, come a donna della mia mente, che il presente anello, il quale ora donato m’hai, sempre guarderò, tenendolo sopra tutte le cose caro, e spesso riguardandolo, sempre imagínerò di vederti. E se mai accidente addiviene ch’egli si turbi, che Iddio non lo voglia, niuno accidente mi potrá ritenere ch’io non sia a te senza alcuno indugio: e però ti priego che tu ti conforti». Queste parole, e altre molte, con amorosi baci mescolati di lagrime e di sospiri, furono tra Florio e Biancofiore quanto quel giorno mostrò la sua luce; ma poi che egli chiudendola divenne tenebroso, i due amanti pensosi, teneramente dicendo: ‛A Dio!’si partirono, tornando ciascuno sospirando alla sua camera.

Quella notte fu a’ due amanti molto gravosa, e non fu senza molti sospiri trapassata, ancor che assai breve la reputassero, perciò che piú tosto avrebbero voluto quelle pene sostenere essendo cosí vicini, che doversi il vegnente giorno dipartire. Ma poi che il sole sparse sopra la terra la sua luce, e i cavalli e la compagnia di Florio furono nella gran corte del real palagio apparecchiati aspettando lui, Florio si levò, e con lento passo n’andò davanti al re e alla reina, dove Biancofiore similmente pensosa giá era venuta; e fatta la debita riverenza al padre, e preso congedo dalla madre, la quale, in vista non sana, giaceva sopra un ricco letto, prima si voltò verso il re e verso la madre, e caramente raccomandò loro Biancofiore, pregandoli che tosto gliela mandassero, e poi abbracciata Biancofiore, nella loro presenza la baciò dicendo: «A te sola rimane l’anima mia; chi ononera te onorerá me»; e appena, cosí parlando, costrinse per vergogna le lagrime, che ’l grave dolore che al cuor sentiva si sforzava di mandar per gli occhi fuori, e appena con voce intera poté dire: «Rimanetevi con Dio»; e, discese le scale, salí a cavallo, e senza piú indugio si partí.

Molto dolse a tutti la partita di Florio, posto che il re