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libro secondo 87

conoscerli, o forse non sará degno d’averlo: e però io amo meglio che tu, ancor che offeso m’abbi, il tenga in guiderdone della tua virtú, che altri il possegga per alcuno de’ detti modi». E detto questo, la debile testa sopra il destro omero abbassò, e dopo picciolo spazio si morí. Scipione, prestamente disarmata la mano del rilucente ferro, piú disioso della virtú dell’anello che del valore, trovò il detto anello bellissimo, e di fino oro il suo gambo, la pietra del quale era vermiglia, e molto chiara e bella: il quale egli prese, e, mentre che visse, con gran diligenza il guardò. Ma poi, venendo d’uno discendente in altro della casa, pervenne al valoroso Lelio, il quale, essendo consueto d’andare sovente per bene della repubblica, come valoroso cavaliere non tralignante da’ suoi antichi, fuori di Roma contro a’ resistenti, donò questo anello alla misera Giulia, dicendole la virtú, acciò che ella senza cagione di lui non dubitasse. E quando fu l’infortunato caso da non ricordare, l’aveva ella in mano, e per dolore sel trasse e diello a guardare a Glorizia, dicendo: «Omai non ho io di cui viva piú in dubbio, né per cui la virtú del presente anello piú mi bisogni». Ma dopo la morte di Giulia, Glorizia lo donò a Biancofiore, dicendo come primieramente del padre di lei era stato, e appresso della madre, e la virtú di lui: il quale Biancofiore lungo tempo caramente aveva guardato. E ricordandosene allora, andò per esso e portollo la dove Florio era, e cosí cominciò piangendo a parlare:

«Deh, perché s’affannano le nostre mani a rasciugar le lagrime de’ nostri visi nel principio del nostro dolore? Sia di lungi da me che io mai ristea di lagrimare, mentre che tu sarai lontano da me. Oimè, perché tu mi dí: ‛comanda ch’io non vada a Montorio’? Deh, or perché bisogna egli che io tel comandi? Non sai tu come io volontieri vi ti vedrò andare? Tu lo dovresti ben pensare. Io volontieri lo farei, se convenevole mi paresse; ma perciò che io non disidero meno che ’l tuo. dovere s’adempia che ’l mio volere, poi che tu promettesti d’andarvi, fa che tu vi vada, acciò che vituperosa cosa non paia, volendotene rimanere, il disdire quel che tu