medesimo sí di dovermi abbandonare? Deh, or non pensi tu dove mi lasci? Io tenera pulcella sono lasciata da te, sí come la timida pecora tra la feritá de’ bramosi lupi. Manifesta cosa è che ogni onore, che io qui riceveva, m’era per lo tuo amore fatto, non perch’io degna ne fossi, sí come a colei che era tua sorella da molti reputata per lo nostro egual nascimento. E molti, invidiosi della mia fortuna, a me, per loro stimazione prospera e benivola tenuta per la tua presenza, ora, partendoti tu, non dubiteranno la loro iniquitá dimostrare con aperto viso, avendola infino a qui per tema di te celata. E ora volessero gl’iddii che questo fosse il maggior male che della tua andata mi seguitasse! ma tu mi lasci l’animo infiammato del tuo amore, per la qual cosa io sempre spero d’avere senza te angosciosa vita! la quale, ancor che da te non abbia meritata, mi fia bene investita, perciò che, quando da prima ne’ tuoi begli occhi vidi quel piacere, che poi a’ tuoi disii mi legò il cuore con amoroso nodo, senza pensare alla mia qualitá vile e popolaresca, e ancora in servitudine, e atta in niuna maniera da potere alla tua magnificenza adequare, mi lasciai con isfrenata volontá pigliare, aggiungendo al tuo viso piacevolezza col mio pensiero. Onde se tu, ora, abbandonandomi come cosa da te debitamente poco cara tenuta, e Amore costringendomi di te, da me stoltamente amato, con grave doglia mi punite, faccendomi riconoscere la mia gran follia, questo non posso io né altri dire che si sconveriga. E se non fosse che io fermamente credo che alcuna parte di quella fiamma amorosa, la qual pare che per me ti consumi, t’accenda il cuore, se vero è che ogni amore acceso da virtú, com’è il mio verso di te, sempre accese la cosa amata, sol che la sua fiamma si manifesti, io avrei sconciamente nociuto alla mia vita, perciò che Cupido da piccolo spazio in qua m’ha piú volte posto in mano quella spada, con la quale la misera Dido nella partita d’Enea si passò il petto, acciò che io quello uficio esercitassi in me: e certo io l’avrei per me volentieri fatto, ma, dubitando d’offendere quella piccola particella d’amore che tu mi porti, mi ritenni, tenendo sol la mia vita cara per piacere a te. Ma