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libro secondo 71

fronte della splendida corona degli occidentali regni, non patisse difetto di savio duca, ancor che io nella tua effigie conoscessi che valoroso uomo dovevi per natura divenire, nondimeno con disaminato animo imaginai che per l’accidentali scienze molto t’avanzeresti. E della imaginazione del dovuto tempo venni all’effetto; e infino a questo giorno, come la tua eta è stata per la gioventú debiletta a sostenere, cosí con picciole scienze t’ho fatto nutricare. Ora che in piú ferma eta se’ pervenuto, disidero che tu a piú alti studii disponga il tuo intelletto, e massimamente a’ santi principii di Pittagora, de’ quali venendo con l’aiuto de’ nostri iddii a perfezione, sí come io stimo, ti seguirá grandissimo onore: con ciò sia cosa che la scienza in niuna altra maniera di gente sia tanto lucida e risplendente quanto ne’ prencipi. E ciò puoi tu medesimo considerare, ricordandoti quanto fosse eccellente la fama del re Salomone, ancor che giudeo e lontano dalla nostra setta fosse. E per imprender questa scienza, certo a te non converrá andare cercando i solleciti studii d’Atene, né alcuno altro paese lontano, perciò che qui a noi molto vicina è una cittá chiamata Montorio, dotata di molti diletti, la quale per noi il valoroso duca Feramonte governa, a noi congiuntissimo parente, non molto men giovane di te, il quale continua compagnia ti fará. Quivi con ordinato stile si leggono le sante scienze. Quivi, secondo ch’io stimo, ne potrai in picciolo termine divenire valoroso giovane: per la qual cosa io voglio che tu senza veruno indugio vi vada. Né ciò ti dee parer grave, considerando primieramente che tu vai a divenire valoroso uomo, per la qual cosa acquistare niuno danno né sconcio se ne deve rifiutare: appresso, che tu non sarai da noi diviso, perciò che ci se’ per picciolo spazio vicino, e sovente potremo noi venire a veder te e tu noi senza sconcio dello studio: il quale noi non intendiamo che tu prenda in maniera che alcun tuo diletto se ne sconci; e, oltre a questo, tu sarai con persona che senza fine t’ama, e che disidera di vederti, cioè col duca. E però ora che il tempo è molto piú atto allo studio che al sollazzo, però che giá vedi signoreg-