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68 il filocolo

chiamato nella sua puerizia, sí come di Ganimede fecero. E certo la morte di Grillo non fu da Senofonte suo padre sostenuta con sí forte animo, come io avrei fatto o farei, se gl’iddii avessero consentito ch’io avessi per simile caso perduto Florio che Senofonte perdé Grillo. Né Anassagora ancora ebbe cagione di piangere, perciò che saviamente aspettava cosa naturale del suo figliuolo, sí come io medesimo quello accidente senza lagrime aspetterei. Ma pensando che per vile avvenimento, vivendo il mio figliuolo, io lo possa piú che morto chiamare, il dolore che quinci mi nasce, mi trasporta quasi infino agli ultimi termini della vita. Né so che di questo io mi faccia, ché io dubito, se io di tal fallo il riprendo, o m’ingegno con asprezza di ritrarlo da questa cosa, che io non ve l’accenda piú suso, o forse egli del tutto non m’abbandoni, e vada vagabondo per gli strani regni, fuggendo le mie riprensioni: e cosí avremmo senza alcuno utile accresciuto il danno. E se io taccio questa cosa, il foco ognora piú s’accenderá, e cosí mai da lei partire nol potremo».

Molto fu la reina di quelle parole dolente, e quasi lagrimando il dimostrò; ma dopo breve spazio, con pietoso aspetto disse: «Caro signore, non è per questo accidente da disperarsi, né degl’iddii né della fortuna, perciò che non è mirabile cosa se Florio della bellezza della vaga giovane è inamorato, con ciò sia cosa che egli sia giovanissimo, e continuamente con lei dimori, ed ella sia bellissima giovane e piacevole. E non è dubbio, se questo amor s’avanzasse sí come voi dite che egli ha cominciato, che noi potremmo dire che ’l nostro figliuolo vivendo fosse perduto, pensando alla piccola condizione di Biancofiore. Ma quando le piccole piaghe sono recenti e fresche, allora si sanano con piú agevolezza che le vecchie giá putrefatte non fanno. Secondo le vostre parole, questo amore è molto novello, e senza dubbio egli non può essere altrimenti, e simigliantemente novelli sono gli amanti, né mai altro foco li scaldò; e però questo fia lieve a spegnere, e al parer mio niuna piú leggiera via ci è che dividere l’uno dall’altro: la qual cosa in questa maniera si può fare. Florio, giá ne’ santi