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libro primo 57

Giulia, coperta la picciola zitella con un ricco drappo, la pose in braccio alla madre, la quale, poi che la vide, sospirando la baciò, e piangendo, voltata a Glorizia, gliela rendé, dicendo: «Cara compagna, senza dubbio di presente sento che mi converrá rendere l’anima a Dio, e nel presente giorno ringraziarlo di doppio dono, sí come è della dimandata progenie e della disiderata morte. Ond’io ti raccomando la cara figliuola, e, per quello amore che tra te e me è stato, ti priego che in luogo di me le sia tu sempre madre»; e dicendo queste parole alla dolente Glorizia, che nell’un braccio teneva la picciola fanciulla e nell’altro il capo di lei parlante, rendé la vita al suo fattore umilmente e divota.

Cominciassi nella camera un doloroso pianto, e massimamente da Glorizia, la quale, tenendo in braccio la figliuola della morta Giulia, dicea: «O sventurata figliuola, inanzi alla tua nativitá cagione della morte del tuo padre, e nascendo hai la tua madre morta. Oimè! quanta sarebbe l’allegrezza de’ miseri tuoi parenti, se in vita t’abbracciassero, sí come io fo! O figliuola di lagrime e d’angoscie, quanto ha Giove mostrato che la tua nativitá non gli piaceva! Oimè, di che amaro peso sono io ancora senza umano conoscimento divenuta madre!». Poi si volgea sopra il freddo corpo di Giulia, il quale tanta pietá porgeva a chi morto lo riguardava, che per dolore ciascuno ne torceva le luci, ed ella disse: «O cara donna, o ve m’hai tu misera con la figliuola tua lasciata? Deh! perché non mi è lecito poterti seguire? Giá uscito della mente m’era il gravoso dolore della crudele morte di Lelio, ma tu ora morendo m’hai doppia doglia rinnovata. O me misera! ormai niun conforto piú per me s’aspetta». Cosí piangendo questa, e l’altre che con lei nella camera dimoravano, pervennero le dolorose voci all’orecchie della reina, la quale, allegra del nato figliuolo, in prima si maravigliò, dicendo: «Chi piange invidioso de’ nostri beni?», e poi piú efficacemente dimandò di volerlo sapere. E fatta chiamare alcuna femina della camera dove le misere piangevano, dimandò qual fosse