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realistico, le metamorfosi di Fileno, di Idalagos e delle quattro donne fatali e blasfeme, che celebrano appunto questo senso astratto e contemplativo della passione erotica. La trasformazione è un mezzo per tradurre in forme idilliche l’interna fissità d’un atteggiamento sentimentale, per fermare negli aspetti taciti e solitari della natura l’immobile solitudine dell’amorosa pensosità: presuppone una coscienza estetica assai matura e scaltrita, giá umanistica.
Per questa molteplicita di motivi psicologici e di risorse narrative, anche se queste e quelli non sempre riescano a fondersi in una superiore unità estetica, il Filocolo rimane l’opera piú ricca e piú varia della giovinezza boccaccesca: tutte le altre, dal Filostrato alla Fiammetta e dall’Ameto al Ninfale fiesolano, se è vero che hanno una maggiore organicità artistica e una struttura piú lineare e sorvegliata, riflettono tuttavia situazioni e interessi che già si sono tradotti abbondantemente nella doviziosa prosa del primo romanzo: soprattutto la concezione della novella psicologica, nuova rispetto alla tradizione medievale e cosí feconda per l’arte umanistica, sia italiana che europea, si annunzia risolutamente nel Filocolo come scoperta di una piú moderna tecnica narrativa, che non sarei senza importanza per la stessa prosa del Decameron.