Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
nota | 585 |
alla sua sensibilitá stilistica non si presenta staccato e difforme dal primo, ma commisto ad esso, quasi un diverso aspetto di una sola grande e organica esperienza di vita: e cosí gli è successo di ritradurre con colori letterari il suo interno sentire e di prestare alle voci della cultura qualche accento di immediata intimitá. Con queste immagini nuove e personali l’intera struttura del romanzo è violentata e deformata: non che esse siano riuscite a superarne e a farne dimenticare i limiti e le dissonanze, ma hanno potuto creare un diverso senso umano e lirico, che è quello che porta il segno boccaccesco e per il quale il Filocolo rimane una delle opere piú preziose e vitali del Trecento, e non soltanto italiano.
E infatti le inserzioni e le digressioni sono tanto numerose e cosí ampie, che hanno finito col dominare l’interesse lirico dell’artista e hanno comunicato a tutto il romanzo il loro particolare carattere passionale, autobiografico, ansioso di chiarire nella finzione letteraria la vita stessa, e non certo i fatti puramente empirici, ma quelle reazioni sentimentali ch’essa suggeriva e determinava di volta in volta. Cosicché non soltanto l’odissea di Florio, ma anche le altre storie amorose che vi si intrecciano sono tenute in un’atmosfera liricamente astratta, in cui si dissolve lo stesso contenuto romanzesco. Nelle molte vicende che sembrano svilupparsi l’una in margine all’altra, rispecchiando per tanti modi la medesima ansia d’amore, il Boccaccio ha voluto risentire la «passione» della sua giovinezza: e l’amore trepidante dei due protagonisti, l’affannosa ricerca di Florio, l’esilio nostalgico di Fileno, la solitaria confessione dell’ignoto che vuole circondare di mistero la propria persona, l’oasi sognante delle «Questioni d’amore», la vicenda disperata di Idalagos, l’episodio allucinante delle donne crudelmente belle, l’animo mite e deluso di Galeone, sono figure ed esperienze segnate dalla stessa emotivitá. Sorgono improvvisamente dinanzi allo spirito pensoso di Florio, in una condizione di sogno; s’ispirano a una comune vita sentimentale, del tutto interiore e senza legami col mondo sociale, rivelandosi solamente nella piena solitudine dell’animo. Sono tutte prive di storia biografica, provenienti da una vita ignota che si è determinata repentinamente da un momento di passione e continua a nutrirsi del ricordo, quasi atteggiata in eterno. Accompagnano l’ansia raminga di Florio, che è quanto dire dello stesso scrittore, come coscienza della sua condizione morale, e si rivelano soltanto