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nota 583

sostenutezza linguistica, e i difformi motivi classicheggianti, pietistici, romanzeschi ed esotici risultano esagerati dalla torbida e soverchiante dottrina del giovane letterato. E tuttavia anche questi episodi che rimangono giustapposti e non fusi da un identico clima lirico, rispondono ad a1trettante esigenze descrittive e rievocatrici dello stile boccaccesco: e non tutte andranno perdute, anche se in seguito saranno superate da una piú matura e coerente sensibilitá narrativa. Il senso, per esempio, dell’esotico - e l’esotico per il Medioevo è naturalmente il mondo orientale non si spinge ancora ai valori umani e neanche alle consuetudini sociali, ma per il Boccaccio ha la funzione di fare accettare alcune forme di vita ch’egli vagheggia fino al meraviglioso e al miracoloso: e soprattutto rispetto al mondo del fasto, del lusso, del prezioso. È in parte un gusto che confina con il romanzesco e l’avventuroso, ma possiede una sua autonomia lirica, come proiezione di vaghi desideri per una vita fastosa e doviziosa, oziosamente idillica, tutta spesa in una stupita e perenne contemplazione di bellezza e di ricchezza. Le pagine infatti che descrivono la torre dell’Arabo, rispondono a questi interessi, o meglio, a queste ambizioni del borghese che ha imparato a conoscere la vita della corte e gli splendori delle case principesche, e sogna l’ozio dei ricchi e dei potenti. Comunque il Boccaccio è riuscito a tradurre questo gusto in una descrizione stilisticamente calda e opima, dove l’incanto e lo stupore sono disciplinati da un ordine espositivo, da una specie di luciditá visiva: echi di questa sensibilitá si risentiranno anche nel Decameron. E cosí gli stessi mezzi che creano l’avventuroso e l’impensato, che ora nel Filocolo convergono dalla letteratura medievale, costituiranno in seguito la sostanza di parecchie novelle: l’ampia distesa del mare, che avvicina e allontana i paesi e gli uomini, le sue improvvise tempeste che diventano il piú duttile strumento in mano della mobilissima fortuna, il vasto Mediterraneo che accomuna civiltá disparate e popoli diversi e crea contatti imprevisti e situazioni stranissime, sono risorse artistiche che nel Filocolo si presentano largamente, seppure ancora con una coesione stilistica embrionale e maldestra, ma che stabiliranno la struttura lirica di alcune tra le migliori novelle del Decameron, e, prima fra queste avventurose, quella di Alatiel.

Ma la veritá è che in quest’opera disordinata e incomposta il Boccaccio ha voluto riflettere inconsciamente il mondo esuberante