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Per la presente edizione mi son servito dei seguenti codici, che costituiscono la maggior parte della tradizione manoscritta del Filocolo. Non ho potuto procedere ad una sistematica classificazione, perché mi è mancato il sussidio degli altri esemplari, ma ho individuato alcuni sicuri elementi discriminativi (varianti, lacune, didascalie), che spero di documentare e valutare quanto prima in altra sede, non appena mi sará possibile estendere la collazione anche al di fuori delle biblioteche di Roma e di Firenze, a cui per ora mi sono limitato.
1. Riccardiano 1022, della prima metá del secolo XV, composto di 206 carte. Per la descrizione, si veda S. Morpurgo, I manoscritti della R. Biblioteca Riccardiana, Roma, 1900, p. 16.
2. Riccardiano 1062, della meta del secolo XV, di carte 246. Anche per questo esemplare si veda la descrizione di S. Morpurgo, op. cit., pp. 54-551.
3. Laurenziano, Pluteo XLII, codice 36, del secolo XV, di 169 carte. Si veda A. M. Bandini, Catalogus cod. itat. Bibl. Med. Laurent., V, Firenze, 1778, col. 197.
4. Laurenziano, Pluteo LXXXX sup., codice 100, del sec. XV, di 214 carte. Si veda A. M. Bandini, op. cit., col. 381.
- ↑ Il Moutier per la sua edizione del Filocolo (Firenze, 1829) ha consultato questi due codici, che, seguiti con piú cura, gli avrebbero permesso di migliorare notevolmente il testo tradizionale. Ma per i metodi editoriali del Moutier, si veda S. Battaglia, Teseida (Firenze, 1938), pp. lxxiv-lxxviii .