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libro quinto 565

basso luogo secondo che a lei è in piacere: dalla quale, per mio consiglio, mai non ti partirai. E ove staresti tu meglio che nel suo grembo? Quali mani piú belle ti potriano toccare, e occhi riguardare, o voce profferire le tue parole? Da cui se tu pure per accidente esci di mano, e agli altri occhi pervieni, con pazienza le riprensioni de’ piú savi sostieni, e secondo il loro diritto giudicio ti disponi all’ammenda. Al cinguettare de’ folli non porgere orecchie, che bassa voglia è. A coloro che con benivola intenzione ti riguardano, ingegnati di piacere, e i morsi dell’invidia quanto puoi schifa, ne’ denti della quale se pure incappi, resisti. Tu se’ di tal donna suggetto che le tue forze non debbono esser piccole. E a’ contradicenti le tue piacevoli cose, da la lunga fatica d’Ilario per veridico testimonio, e, nel cospetto di tutti, del tuo volgar parlare ti sia scusa il ricevuto comandamento, che il tuo principio palesa. Serva adunque i porti mandati, e de’ beni del tuo padre non essere detrattore: vivi, e di me tuo fattore sempre nella mente il nome porta, la cui vita nelle mani della tua amorosa donna conserva.