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libro primo 51

pristino stato, che miseramente cercare gli strani paesi; e con sospirevole voce, rotta da dolenti singhiozzi, rispose: «Signor mio, nelle vostre mani è la mia vita e la mia morte: io non mi partirò mai dal vostro piacere». Comandò allora il re che in un padiglione, sotto la fidata guardia d’Ascalione, ella e le sue compagne fossero onorate.

Come il nuovo sole uscí nel mondo, il re con la sua compagnia, insieme con Giulia, verso Siviglia, antica cittá negli Esperii regni, presero il cammino; ma avanti che i loro passi si mutassero, Giulia di grazia dimandò che ’l corpo del suo Lelio esca de’ volanti uccelli non rimanesse. Al quale il re comandò che onorevole sepoltura fosse data, e a tutti gli altri che piacesse a lei. Fu allora Lelio, con molti altri, con molte lagrime sepellito dopo i fatti fuochi, ben che molti ne rimanessero sopra la vermiglia arena, che di varii ruscelletti di sangue era solcata.

Rimaso solo di vivi il tristo campo, in pochi giorni col corrotto fiato convocò in sé infinite fiere, delle quali tutto si riempié. E non solamente i lupi di Spagna occuparono la sventurata valle, ma ancora quelli delle strane contrade vennero a pascersi sopra i mortali pasti. E i leoni africani corsero al tristo fiato tingendo gli acuti denti negli insensibili corpi. E gli orsi, che sentirono il tristo fiato della bruttura dell’insanguinato tagliamento, lasciarono l’antiche selve e i secreti nascondimenti delle loro caverne, E i fedeli cani abbandonarono le case de’ lor signori: e ciò che con sagace naso sentí il non sano aere si mosse a venir quivi. E gli uccelli, che per adietro avevano seguitato i celesti pasti, si raunarono; e l’aere mai non si vestí di tanti avoltoi, e mai non furono tanti uccelli veduti insieme adunati, se ciò non fosse stato nella misera Farsaglia, quando i romani prencipi s’affrontarono. Ogni selva lí mandò uccelli: e i tristi corpi, cui la fortuna non avea conceduto né fuochi né sepoltura, erano miseramente dilacerati da loro, e le loro carni pascevano gli affamati rostri. E ogni vicino arbore pareva che gocciolasse sanguinose lagrime per li unghioni sanguinosi che premevano