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libro quinto 533

con ragione teme non sopra di lui la morte del vostro fratello, alla quale egli, non nato ancora, niente colpò, voleste vengiare: per che a me parrebbe che a lui come innocente si dovesse ogni cosa dimettere, e riceverlo per parente, e dargli la vostra pace, e cosí la vostra cara nipote vedreste reina.

L’antica morte, per le molte lagrime sparte per adietro, non rintenerí i cuori con tanta pietá, che per l’udite parole agli occhi venissero lagrime, anzi riguardando l’uno l’altro e stando per ammirazione alquanto muti, non seppero tristizia della ricordata morte mostrare, né letizia della viva nipote; ma poi Quintilio disse: «Quanto dura e amara ne fu la morte del nostro fratello, tanto ne saria dolce e cara la sua figliuola vedere, e tenere come nipote; ma come senza vendetta si possa sí fatta offesa mettere in oblio non conosco, avvegna che dire possiamo il giovane innocente, e i piaceri di Dio convenirsi con pazienza portare: il quale è da credere che come egli combattendo consentí ch’ei morisse, cosí vivendo l’avria potuto fare essere vittorioso. Non per tanto ciò che tu ne consiglierai faremo, se dí che altro che nostro onore non sosterresti». A cui Ilario cosí rispose: «Veramente in tutte le cose vorrei l’onore vostro. Io conosco che in questa cosa voi potete molto piacere a Dio, e senza vostra vergogna, la quale, ancora che ella ci fosse, dovreste prendere per piacergli, se voi volete a voi grandissima gloria e consolazione acquistare. A Dio potete piacere, il giovane ricevendo in Roma, il quale, tenendo per difetto d’ammaestramento contraria legge, a quella di Dio di leggieri verrá, e similemente la vostra nipote, e per conseguente tutto il loro grandissimo reame. Che vergogna non vi fia il pacificamente riceverlo è manifesto: voi state in pensiero di vendicare la morte di Lelio, la quale non vendicata vergogna vi reputate. Ora non la vendicò egli avanti che morisse? Egli col suo forte braccio uccise un nipote del nemico re e molti altri, e quando pure vendicata non l’avesse, a Dio si vogliono le vendette lasciare, il quale con diritta stadera rende a ciascuno secondo che ha meritato. Che consolazione e che gloria vi fia vedervi una nipote in casa reina,