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libro quinto | 529 |
avete salutifero consiglio, cosí similmente provveggiate al corpo». «Ciò mi piace’ disse Ilario, «e con quella fede a me parla ogni cosa che teco medesimo faresti, sicuro che mai per me niuno il sentirá.» Perché Filocolo cosí cominciò a dire:
«Caro padre, io, il quale voi in abito pellegrino cosí soletto vedete, ancora che a me non stia bene a porgervi queste parole, ma costretto da necessita le dico, sono di Spagna, e figliuolo unico di re Felice signoreggiante quella; e nelle fini de’ nostri regni, come alcuni m’hanno detto, è un tempio ad uno dei dodici discepoli del figliuolo di Dio dedicato, al quale i fedeli della santa legge che voi tenete e ch’io tenere credo, hanno divozione grandissima, e sovente il visitano; e avendo a quello uno di questa cittá nobilissimo singulare fede, il cui nome fu Lelio Africano, con piú giovani a visitarla si mise in cammino, e con lui menò una sua donna, il cui nome era Giulia. Né erano ancora pervenuti a quello, che essendo al mio padre stato dato ad intendere che suoi nemici erano e assalitori del suo regno, passando essi per una profonda valle, da lui e da sua gente furono virilmente assaliti: e per quello che io inteso abbia, egli co’ suoi mirabilissima difesa fece, ma ultimamente tutti, nel mezzo de’ cavalieri del mio padre, che di numero in molti doppii loro avanzavano, rimasero morti, tra’ quali Lelio similmente fu ucciso. Dopo cui in vita Giulia rimasa, e gravida, per singulare dono, per la sua inestimabile bellezza, fu alla mia madre presentata, la quale da lei graziosamente ricevuta e onorata fu: e di ciò mi sia testimonio Dio ch’io dico il vero. Era similmente la mia madre pregna, e amendue in un giorno, la mia madre me, e Giulia una giovane chiamata Biancofiore partorí, e rendé l’anima a Dio, e sepellita fu onorevolmente in un nostro tempio secondo il nostro costume. Noi, nati insieme, con grandissima intelligenza nutricati fummo, e in molte cose ammaestrati, e, sí come ora io credo, volere di Dio fu che l’uno dell’altro s’innamorasse, e tanto ci amammo, che diverse avversitá, anzi infinite, n’avvennero. Ma ultimamente il mio padre, credendo lei di vile