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libro primo 49

destro braccio la prese, e dall’altra parte un suo compagno sostentandola e con dolci parole confortandola, e con lento passo andando, pervennero alle reali tende; alle quali entrati, il re vedendo costei, vinto per lo pietoso aspetto, umilmente la riguardò; e avendo giá udito da Ascalione gran parte della condizione di lei, comandò ch’ella fosse onorata. Giulia, veduto il re, ancor che per debolezza le fosse grave, pure gli s’inginocchiò dinanzi e lagrimando disse: «Alto signore, a questi nobili cavalieri è piaciuto di menarmi nel vostro cospetto, nel quale piacciavi che io trovi quella grazia che da loro non ho potuto avere. Io non credo che la misera Ecuba né la dolente Cornelia ne’ loro danni sentissero maggiore doglia che io senta in quello che ho da voi ricevuto, né credo che sí affettuosamente alcuna di loro disiderasse de’ suoi nemici vendetta, com’io disidero di voi, sol che prendere la potessi. Ma poi che la fortuna m’ha il potere levato, e fattami vostra prigioniera, datemi, per guiderdone della fiera volontá c’ho verso voi, la morte». Non sofferse il re che Giulia stesse in terra dinanzi a lui, ma con la propria mano levatala in piè, la fece sedere davanti a sé, e rispose cosí: «Giovane donna, il vostro lagrimoso aspetto non solo m’ha fatto divenire pietoso, ma quasi m’invita con voi insieme a lagrimare. E certo io non mi maraviglio del vostro parlare, il quale dimostra bene il vostro gran dolore, ché usanza suole esser de’ miseri di volere quello che maggior miseria loro arrechi, infino a quell’ora che la tristizia pena a dar luogo al natural senno. E perciò che io conosco che ora voi piú adirata che consigliata dimandate la morte, e mostrate verso me crudel volonta, né la morte vi fia per me conceduta, né ancora l’adirate parole credute. Ma quando voi avrete alquanto mitigate le giuste lagrime che voi spandete, io vi farò conoscere come la fortuna non sia contro a voi del tutto adirata, bench’ella vi abbia fatta mia prigione; e ancora conoscerete che sia stato il meglio rimanere in vita, sí per voi e sí per l’anima del vostro marito. Ma ditemi, se v’è in piacere, qual sia la cagione del vostro pianto, e chi voi siete, e donde e dove voi andavate».