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libro quinto | 525 |
a’ piccoli come a’ grandi: e a chiunque egli è, secondo la forma della chiesa, dato, giova a salute. Dopo il quale ricevuto, s’alcuno cadesse in peccato, crediamo che sempre per vera penitenza possa tornare a Dio: e non solamente le vergini e le continenti, ma ancora i coniugati per diritta fede, piacenti a Dio, crediamo potere ad eterna beatitudine pervenire. E cosí a te, e a qualunque altro che di quella vuole essere partecipe, conviene credere, dannando ogni altra opinione che alcuni altri avessero avuta e avessero delle predette cose, sí come eretici e contrarii alla diritta fede».
«Grandissime cose e mirabile credenza ne conta il tuo parlare» disse Filocolo a Ilario, «le quali tanto piene d’ordine, di santitá e di virtú veggio, che giá disidero con puro animo essere de’ tuoi; ma senza li miei compagni, co’ quali riferire voglio l’udite cose, niuna cosa farei, ancora che faccendola senza loro conosco che saria ben fatto.» A cui Ilario disse: «Giovane, confortati nelle tue parole, e teco i tuoi compagni conforta, fuggendo le tenebre, nelle quali colui, cui voi orate, vi contiene: venite alla vera luce da cui ogni lume procede, e a chi per nostra e per la vostra salute se medesimo diede a obbrobriosissima morte. Correte al santo fonte del vero lavacro, il quale, lavando l’oscura caligine dalle vostre menti, vi lascera conoscere Dio, il quale le orazioni de’ peccatori esaudisce nel tempo opportuno. Assai è tra i miseri miserabile colui che puote uscire d’angoscia ed entrare in festa, se in quella pure miseramente dimora. Venite, adunque, e lavatevi nel santo fonte, e di quelle tre virtú nobilissime, Fede, Speranza e Caritá vi rivestite, senza le quali, come niuno può piacere a Dio, cosí a chi le veste impossibile è che gli eterni regni siano serrati. Dunque v’è lecito venire il donatore di tutti i beni a servire, e la prigione eterna fuggite mentre potete. Né vi faccia vili Ja poca autoritá, che forse io confortante dimostro, ché le parole da me dette a voi non sono mie, anzi furono de’ quattro scrittori delle Sante opere del nostro fattore, de’ quali ciascuno testimonia quello che parlato vi ho, e con loro insieme molti altri, i quali, avvegna che fossero piú e diversi, uno solo fu