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libro quinto 517

fece questo acciò che piú apertamente la benivolenza, la quale ha continua verso di noi, ne dimostrasse, e acciò che noi piú pronti a’ suoi servigi ci disponessimo, veggendone tanto dono conceduto senza averlo servito, ma piú tosto disservito. Incarnato adunque costui, le leggi della presa carne. seguendo, nove mesi nel ventre della Vergine fè dimora, la quale venendo con Giuseppe suo sposo, uomo di lunghissima eta (il quale abbandonare l’avea voluta per la conosciuta pregnezza, se l’ammonizione dell’angelo non fosse stata), da Bettelem in Ierusalem a pagare una moneta, ché dieci piccioli valeva detto danaro, sí come Ottaviano avea mandato comandan1ento, acciò che il numero de’ suoi sudditi sapesse, menando un bue e un asino seco: il bue per vendere acciò che le spese sostentasse del parto, e l’asino per alleviare l’affanno del cammino. Sentendo la Vergine il tempo del partorire, cosí andando, a una grotta, la quale lungo la via era dove i viandanti soleano tal volta le loro bestie legare per fuggire l’acqua o il caldo, o per riposo, entrarono, però che per i molti andanti ogni casa era presa. Quivi poveramente la notte si riposarono, la quale giá mezza passata, la Vergine, come con diletto carnale non aveva conceputo, cosí senza alcuna doglia pose il suo santo portato: il quale, acciò che dal freddo che era grande il guardasse, povera di panni, nel fieno, che davanti al bue e al l’asino era, involse. E che deono fare gli uomini, poi che quelle bestie, conoscendo il Salvatore del mondo, s’inginocchiarono, quella reverenza faccendogli che ’l poco loro conoscimento amministrava? In quell’ora si udirono gli angeli discendere dal cielo, cantando ‛Gloria in excelsis Deo’ , con quanto di quello inno si legge: poi in quell’ora si videro per lo mondo mirabili cose, e massimamente in questa cittá. Ora non ruinò egli quella notte il gran tempio della Pace, il quale, secondo a’ romani dimandanti fu risposto, doveva tanto durare che la Vergine partorisse? Perché essi, imaginando quella mai non dover partorire, nella sommitá della porta di quello scrissero il tempio della Pace eterno: e sopra le ruinate mura fu poi edificato un altro salutifero tempio, da colei nominato che