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512 il filocolo

codesta setta abbiamo degnamente in odio, sí come eretici e operatori delle cose spiacenti a Dio? «Non lo ignoro», rispose Filocolo. «Dunque» disse Ilario, «come sicuro qui Gentile vivi tra ’l popolo di Dio? Non sai tu che come voi a noi ponete insidie, cosí a voi potrebbero da noi essere parate? Ma che? Per nulla di questo ti dimando, ché chi alla salute dell’anima non ha cura, come è da presumere che egli di quella del corpo si deggia curare? Poi che tu la nostra legge non servi, non contaminare il nostro tempio sacro, escitene fuori.» A cui Filocolo disse: «Male può trovare persona la cosa che mai non li fu nota; forse se io questa vostra legge udissi, o quello ch’io dovessi credere mi fosse mostrato, poria essere che, dannando la mia, seguirei questa, e con voi insieme del popolo di Dio diventerei». «Giá per udirla, se mai piú non la udisti, non perderai» disse Ilario, «io la ti mostrerò tutta, avvegna che a ben volerlati fare intendere, mi converria distendere in parole molte, le quali dubito che ti sariano tediose ad udire.» A cui Filocolo disse: «A te non sia affanno il dire, che a me mai l’ascoltare non rincrescerá».

«Adunque» disse Ilario, «sediamo, e colui cui tu hai infino ad ora riguardato, il quale di tutti i beni è donatore, e in cui presenza noi dimoriamo, mi conceda che fruttuose siano le mie parole.»

Posersi a sedere Filocolo e Menedon, e Ilario in mezzo di loro, nel cospetto della reverenda imagine. A’ quali parlando Ilario con soave voce mostrò chi fosse il creatore di tutte le cose, e come senza principio era stato, cosí niuna fine era da credere a lui dovere essere; e dopo questo loro dichiarò di tanto fattore le prime opere, cioè il cielo e la terra, con ciò che in essi di bene e di bellezze veggiamo o sentiamo, o vedere o sentire si può. Egli loro mostrò appresso la creazione de’ belli spiriti, i quali non conoscenti prima contro al loro fattore alzarono le ciglia, per la qual cosa eterno esilio meritarono de’ beati regni, essendo loro per perpetuo carcere l’infimo centro della terra dato. E dopo questo narrò come a ristorazione de’ voti scanni, il primo padre con la sua sposa