Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/51


libro primo 47

noi medesimi, i quali abbiamo ricevuto danno, se volessimo ben pensare, certo non faremmo mai altro che piangere considerando quel che è fatto: pur ne ingegnamo di dimenticare quello che non vuole fuggire dalle nostre memorie. E simigliantemente il re nostro signore te ne manda pregando; e credo che molto gli sarebbe caro, secondo il suo parlare, che tu venissi dinanzi al suo cospetto. Giulia, udendo la romana loquela, la quale Ascalione, lungamente dimorato in Roma, appresa aveva, alzò il viso verso di lui, forse credendosi che fosse alcun de’ miseri compagni di Lelio, e con torti occhi riguardando il cavaliere, veggendo che quello era dell’iniqua gente, piangendo il richinò, e gittando un gran sospiro, disse: «Niun conforto sentirá l’anima mia, se voi nol mi porgete. Voi m’avete con le vostre spietate braccia ucciso colui il quale era il mio compagno, il mio conforto e la mia ultima speranza. Acciò che l’anima mia possa seguire per le dilettevoli ombre quella del mio Lelio, questo conforto graziosamente vi dimando, e questo sia l’ultimo bene che io aspetto, e a voi fia niente. Voi avete oggi bagnate le vostre mani in tanto sangue, che io non accrescerò la somma de’ vostri peccati per la mia morte, ma la farò minore per la pietá che voi userete uccidendomi. Deh! aggiungetemi al triste numero de’ morti corpi, acciò che si possa dire: ‛Giulia amò tanto il suo Lelio, che ella fu morta con lui insieme ne’ sanguinosi campi’. E se voi non volete usar questa pietá, almeno prestate alle mie mani la tagliente spada, e consentite che, senza briga di queste mie compagne, io possa morire, essendone le mie mani cagione». Ascalione e’ suoi compagni, che vedevano il chiaro viso tanto rigato di vermiglio sangue, lagrimavano tutti per pietá di costei; e piangendo egli le rispose e disse: «Giovane, gl’iddii facciano le mie mani di lungi da sí fatto peccato. Certo oggi io fuggii per non bagnarmi nella dolente uccisione: ma tu, perché piangendo e sconfortandoti guasti il tuo bel viso? Perché disideri d’incrudelire contro a te medesima? Credi tu con la tua morte render vita al morto marito? questo sarebbe impossibile. Ma levati su, e non volere, per qui