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498 | il filocolo |
fra essi e’ loro successori servarla, e sempre essere a Filocolo, o a chi per lui vi rimanesse, soggetti.
Queste cose fatte, Filocolo rimaso in sollecitudine d’osservare le promesse cose, co’ suoi compagni cavalcò per la contrada salvatica, esaminando con gli occhi e con la mente qual luogo piú alle nuove mura fosse atto, appresso il quale insieme andavano Fileno e Galeone simile cosa guardando. E avendo per lungo spazio attorniato il paese, Galeone disse a Fileno: «Perché Filocolo sopra questo poggio, dove questo cerreto dimora, non edifica la nuova terra? Niuno luogo ho veduto ancora in queste parti tanto atto a tal mestiere: questo tutta la contrada signoreggia, questo è forte luogo e bello, questo è d’acque abbondevole, sí come molti piccioli rivi ne mostrano. Questo è quasi in mezzo tra l’una abitazione e l’altra de’ due popoli divenuti uno. Niuno difetto è qui, per lo quale piú tosto sia da cercare altro luogo. Esso è similmente dall’orientale plaga vicino al fiume ove fu la sconcia zuffa di costoro, e ’l mezzogiorno da loro il veloce fiume chiamato Elsa. Io direi che questo fosse il migliore luogo che avere si potesse in questa parte». Questo diviso piacque a Fileno, e parve loro di dirlo a Filocolo. Le quali cose come Filocolo udi, cosí acconsenti al loro consiglio dicendo: «Veramente cosí è come voi dite, e qui per lo vostro consiglio fermeremo a’ villani la nuova terra».
Chiamaronsi i villani come a Filocolo piacque, e l’antica selva, dove mai scure non aveva suo taglio provato né dente d’alcuna bestia fatto offesa, per paura degl’iddii, credendo i circustanti che qualunque fronde di quelle fosse piena di deitá, comandò che si tagliasse tutta, ma prima con pietosa orazione scusandosi agl’iddii, se in essa forse alcuni n’abitassano, cosí dicendo: «O iddii di questo luogo abitatori, se alcuno ce ne abita, perdonatemi la nuova ingiuria la quale io non arrogante contro alla vostra potenza commetto sí come Erisitone fece, ma disideroso di darvi per abitacolo piú fruttuosa selva che di cerri, fo questo». E dette queste parole, con le proprie mani faccendo quello che molti dubitavano di fare, a tutti porse ardire.