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490 | il filocolo |
«Non m’aiutino essi gl’iddii» disse Filocolo, «se la salute di Fileno non disidero, e se quella non mi fosse cara se la vedessi.»
Mentre che cosí sopra la chiara onda si ragionava, quella tutta commossa nel mezzo, di sé mandò fuori una pietosa voce, e disse: «O tu il quale da debita pietá de’ miei danni se’ mosso a sí bene di me parlare, e la cui voce riconoscere mi pare, se ’l lungo dolore, o voce a quello ch’io credo simile, non m’inganna, gl’iddii mettano i tuoi piaceri avanti, e te guardino da simile caso, acciò che mai non provi quello di che se’ con ragione pietoso. Io ti priego per quella pietá che di me nel tuo petto dimora, se io mai ti fui caro, che quello che poco inanzi dicevi metti avanti, acciò ch’io cosí ti possa vedere come t’odo parlare, e adempiasi quel che la speranza mi promette». Menedon e gli altri a questa voce tutti attoniti diventarono, ancora che altra volta l’avessero udito parlare, e tacquero alquanto, e poi Menedon ricominciò: «Niuna ammirazione ho se la mia voce conosci, però che si com’io credo, le avversitá non danno a chi le riceve dell’amico oblianza; ma dimmi, se non t’è grave, qual via sia a’ tuoi beni piú utile, acciò che io per quella correndo ti riduca nel pristino stato». A cui Fileno: «Oimè, quanto lontano a quello mi sento! Una sola cosa mi manca, la quale avendo viverei contento, e quella è la grazia del signor mio Florio, figliuolo dell’alto re Felice, a cui io giá ti conobbi compagno: me ne sieno testimonii gl’iddii che fedelmente l’amai e l’amo! E non è lungo tempo passato che i miei dolori moltiplicarono, sentendo io da un giovine, nato vicino a Marmorina, che quinci passò, com’egli aveva la sua bella Biancofiore perduta, e pellegrinando con dolore la ricercava: e se egli quella riavesse, certo io conosco gl’iddii si misericordiosi, che essi mi renderebbero la perduta forma. Quella sola dunque mi procaccia con valevoli prieghi, quella mi racquista se mi vuoi trarre d’affanno. E se tu, o giovane, disideri forse di sapere perché io la perdessi, tel dirò. Certo io non sacrilegio, non tradimento, non omicidio, non ribel-