adietro lungamente disiderarono, e le mie braccia stringono la loro salute. E tu, o santissima Venere, madre de’ volanti Amori, insieme col tuo amante Marte, ricevete i nostri sacrificii, li quali sí come a protettori e a guidatori delle nostre menti afferiamo. E voi qualunque iddii del solitario e diserto luogo siete abitatori, e da cui la veridica promessione ricevemmo, prendete olocausto in riconoscenza di tanto dono. E tu, o cielo, adorno di molte stelle, ricevi con tutti i tuoi iddii le nostre voci. E tu terra co’ tuoi, e similmente co’ suoi il verdeggiante mare, e della nostra salvazione visitati con possibili sacrificii vi rallegrate, e per inanzi di bene in meglio ne prosperate, acciò che nelle nostre bocche sempre cresca la vostra loda». Biancofiore, Glorizia, Ascalione, il duca e gli altri compagni e servidori di Filocolo, tutti ginocchioni nel tempio davanti a’ crepitanti fuochi dimoravano, seguendo con tacita voce ciò che Filocolo alto diceva nel cospetto degl’immortali iddii. Ma finite le divote orazioni, e levati da quel luogo, ordinarono, ad onore di quelli, giuochi con solenne ordine, e di quindi se ne vennero sopra la bella fontana, alla quale venuti, sopra la verde erbetta che i margini di quella adornava, Biancofiore prima e poi ciascuno degli altri si posero a sedere, e videro quella per li due luoghi del mezzo, sí come usata era per adietro, bollire. Di che Biancofiore, che ancora veduto non l’aveva, si maravigliò, e pensando allo stato di Fileno nel quale giá per adietro veduto l’avea, e a quello in che ora il vedeva, pietosa senza fine quella riguardando divenne, e parlato avria la sua pietá dimostrando, se non che avanti di lei cominciò verso Filocolo Menedon a dire queste parole: «O grazioso signore, debita pietá mi muove, la quale, dentro al cuore, del misero Fileno mi porge compassione, pensando che gli avversarii fati tanto tempo fuori della sua forma in questa l’abbiano tenuto: e certo se benivoli mi fossero gl’iddii, io gli pregherei per la sua salute, dove a voi dispiacere non credessi, perciò che egli mi fu assai caro, e a voi non dovria giá dispiacere, perciò che se voi avete i vostri disii ricevuti, degli altrui danni non dovete essere vago».