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486 il filocolo

ch’io non posso né avanti né indietro andare, e se potessi, non saprei qual porto cercare mi dovessi. E ancora che la morte mi fosse cara se mi venisse, nondimeno me pure spaventa ella sovente sopra le torbide onde con le sue minacce, e gli iddii hanno rivolti gli occhi altrove, e a’ miei prieghi turati gli orecchi, e li falsi amici m’hanno lasciato, e il buono aiutare non mi pote: quale io stea omai pensatelovi».

Filocolo, che giá tali mari avea navicati, a se medesimo pensando, di Galeone divenne pietoso, e disse: «Giovane, a quel maestro, che ha piú volte operando la sua arte esperta, si puote e deesi credere con piú giusta ragione che a quello o che La sperimenta o sperimentare la dee, né questo si può negare. Sono adunque i mutamenti della fortuna varii, e le sue vie non conosciute. Giá fu che io con piú tempesta ne’ mari dove il tuo legno dimora mi trovai che tu non ti trovi, e certo non poteva sperare se non morte, né altro dintorno mi vedea, quando subitamente in porto di salute mi vidi con tranquillo mare. E tu ti devi ricordare, non sono ancora molti anni passati, quanto la tua vita alla mia fosse contraria, quando ti specchiavi nel tuo disio, e io pellegrino con grieve doglia ignorava ove il mio fosse; e ora il mio veggio e tengo, e tu quello che avevi non tieni: per che, a me riguardando, devi sperare bene. La tua doglia è grandissima: e chi dubiterá che dopo altissimi monti non sia una profonda valle? Io, il quale ho corso diversi e dolenti mari, e a cui né scoglio né secca né porto s’occulta, in quelli voglio della tua navicella essere nocchiero, e spero con quell’arte che io a salutevole porto pervenni, te dalle pestilenziose onde trarrò quando ti piaccia». «Adunque disse Galeone, «o signor mio, nelle tue mani sia la vita mia.»

Finito il ragionamento, e Filocolo dimorato alcun giorno con Galeone, lo stretto vincolo del paterno amore lo cominciò a strignere, e con intera volontá disiderava di rivedere i parenti, e cosí propose e comandò che verso Marmorina si prendesse il cammino, e seco menò Galeone, disideroso della futura sua salute. Elli passarono, o Capis, la tua cittá Capo di