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libro quinto 471

ci occupa, che mostrare non la vi possiamo, se i nostri passi seguire non isdegnate». Alle quali Filocolo: «Di niuna altra cosa dubitavamo, se non di non essere degni di seguire sí care pedate, quando altrui che voi, di ciò che cerchiamo, dimandammo; ma poi che a voi piace verso di noi per virtú essere cortesi, procedete, certo che contentissimi siamo di seguirvi».

Mossonsi le graziose giovani, il nome dell’una Alcimenal e dell’altra Idamaria era, e con voci soavi e radi ragionamenti, passo inanzi passo, i disideranti menarono alla fontana, alla quale essi piú volte erano stati vicini e veduta non l’aveano. Ma ciò non era da maravigliare, però che la natura, maestra di tutte le cose, co’ suoi ingegni nelle interiora del monte aveva volto un rozzo arco, sopra il quale fortissima lamia si posava, coperchio delle chiare onde, e quel luogo, il quale essa scoperto vi lasciò per porger luce, alberi di fronde pieni l’avevano occupato. Ad essa venuti, Alcimenal disse: «Signori, qui è la fresca fontana che cercate, e quinci s’entra in essa», mostrando loro un piccolo pertugio, entro al quale a scendere all’acque per alcun grado si convenia.

Entrò in quella Filocolo, e quasi opposito all’entrata vide il bianco marmo soprastante a parte dell’acque, e sceso in essa, fresca e dilettevole molto la vide: e ben che, di fuori dimorando, la fontana fosse da alberi nascosta agli occhi de’ viandanti, nondimeno dentro tra fronda e fronda graziosa luce vi trapassava. Ell’era da una parte e dall’altra di spine, per adietro state cariche di fresche rose, e per mezzo, a fronte al marmo, un bellissimo melogranato, le cui radici infino al fondo si distendevano, e le cui foglie e frutti gran parte de’ solari raggi cacciavano dalla fontana. Filocolo si rinfrescò le mani e il viso con la chiara acqua, e poi postosi a sedere allato al bianco marmo, cosí da tutti udito cominciò a dire: «O pietá, santissima passione de’ giusti cuori, tu negli umili e miserabili luoghi dal misericordioso seno di Giove discendi, e visiti i commossi petti dalle vedute e talora dalle udite cose. Tu fai i sostenitori e i veditori d’una