Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/471


libro quinto 467

invita, cosí si muovono: per la qual cosa, se lecito mi fosse, con voce piena d’ira verso gl’iddii crucciati mi volgerei, biasimandogli perché l’uomo, sopra tutte le altre creature nobile, accompagnarono con sí contraria cosa alla sua virtú». Le parole del misero appena erano finite, che Biancofiore levata da sedere dal loco dove stava, per piú appressare le parole sue al rotto pedale, cosí cominciò a dire: «O Idalagos, che colpa hanno le buone, e di diritta fede servatrici, se a te una malvagia, per tua semplicitá, nocque non osservando la promessa?». A cui Idalagos: «Se io solo da’ vostri inganni mi sentissi schernito, tanta vergogna m’occuperebbe la coscienza, che mai ai prieghi di alcuno, quantunque fossero da esaudire, non direi i miei danni, sí come a voi ho fatto; ma però che tutto il mondo infino dal suo principio fu ed è delle vostre prodizioni pieno, sentendomi nel numero de’ piú caduto, lascio piú largo il freno al mio vero parlare. Ma se gl’iddii dalle malvage ti separino, non mi celare chi tu se’, che si pronta alla difesa delle buone sorgesti, come se di quelle fossi». «Io sursi» disse Biancofiore, «a quello che ciascuna prima operare e poi difendere dovria, sentendomi di quel peccato pura del quale in generale tu te ne biasimi: e acciò che io non aggiunga noia alle tue pene, sodisfarotti del mio nome. Sappi ch’io sono quella Biancofiore la quale la fortuna con tribulazioni infinite ha dal suo nascimento seguita, ma ora meco pacificata quelle a sé ritrae, e, concedutomi il mio disio, in pace vivo.» «Or se’ tu» disse Idalagos, «quella Biancofiore per la quale il mondo conosce quanto si possa amare, o essere con fede leale amato? Se’ tu colei la quale, secondo che tutto il mondo parla, se’ tanto stata amata da Florio figliuolo dell’alto re di Spagna, e, che per intera fede servargli, se’ nimica della fortuna stata, dove amica l’avresti potuta avere rompendo la pura fede? Se quella se’, con ragione delle mie parole ti duoli.» «Io sono quella», rispose Biancofiore. «Adunque» disse Idalagos, «singulare laude meriti: tu sola se’ buona, tu sola d’onore degna, niun’altra credo che tua pari ne viva. E certo se io nella memoria avuta