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libro quinto 465

al numero delle altre fallava, di quella forma in essa mutandosi, agli occhi m’apparve, e cosí disse: «Che ti disponi a fuggire? Nulla persona piú di me t’ama». Quelle parole piú paura d’inganno che speranza di futuro frutto mi porsero, e dubitai, però ch’ella era di bellezza oltre modo dell’altre splendidissima, e d’alta progenie avea origine tratta, e delle grazie di Giunone era copiosa: per le quali cose io diceva essere impossibile che mi volesse altro che schernire, e se potuto avessi, volentieri mi sarei dallo incominciato ritratto. Ma la nobiltá del mio cuore, tratta non dal pastore mio padre, ma dalla reale madre, mi porse ardire, e dissi: ‛Seguirolla, e proverò se vera sará nell’effetto sí come nel parlare si mostra volonterosa’. Entrato in questo proponimento e uscito dall’usato cammino, abbandonate le imprese cose, cominciai a disiderare, sotto la nuova signoria, di sapere quanto l’ornate parole avessero forza di muovere i cuori umani: e, seguendo la silvestre fagiana, con pietoso stile quelle lungamente usai, con molte altre cose utili e necessarie a terminare tali disii. E certo non senza molto affanno lunga stagione la seguii, né alla fine campò, che nelle reti della mia sollecitudine non incappasse. Ond’io avendola presa, a’ focosi disii, piacendole, sodisfeci, e in lei ogni speranza fermai, per sommo tesoro ponendola nel mio core: ed ella, abbandonata la boschereccia salvatichezza, con diletto nel mio seno sovente si riposava. E se io ben comprendeva le note del suo canto, ella niuna cosa amava, secondo quelle, se non me, di che io vissi per alcuno spazio di tempo contento. Ma la non stante fede de’ cuori feminili, parandosi davanti agli occhi di costei nuovo piacere, e dimenticato com’io giá le piacqui, e preso l’altro, e fuggita dal mio misero grembo, nell’altrui si rinchiuse. Quanto fia ’l dolore di perdere subitamente una molto amata cosa, e massimamente quando col proprio occhio in altra parte trasmutata si vede, il dirlo a voi sarebbe un perder parole, però che so che il sapete; ma non per tanto, con quello, ad ogni animo intollerabile, la speranza di riacquistarla mi rimase, né per ciò risparmiai lacrime, né prieghi, né affanni. Ma la