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446 il filocolo

promessioni fatte da Filocolo e da Biancofiore la notte del loro lieto congiugnimento, contenti tornarono alla real casa da molti accompagnati, dove riposati con festa s’assettarono alle tavole poste, e presero gli apparecchiati mangiari, con l’amiraglio insieme.

Fatti i sacrificii e presi i cibi, l’amiraglio chiama in una camera Filocolo e i suoi compagni, e quivi con molte parole esprime l’affettuoso amore che a Filocolo, come a caro parente, porta. Ultimamente il dimanda se suo intendimento è per vera sposa Biancofiore tenere. A cui Filocolo rispose sé mai altro non avere disiderato che Biancofiore per isposa tenere: la quale poi che gl’iddii conceduta gli hanno, mentre l’anima col corpo sará congiunta, altra che lei avere non intende. L’amiraglio, che piú per contentarlo che per riprenderlo dimorava, loda il suo piacere, e dice: «E’ non è convenevol cosa che sì alta congiunzione furtivamente sia stata fatta: e però, quando di voi piacere sia, narrando prima a’ nostri soggetti la tua grandezza, i quali forse si maravigliano dell’onore ch’io ti fo, in cospetto di loro la sposerai, e con quella festa che a tali sponsalizie si conviene, lietamente le nozze celebreremo».

A Filocolo e a’ compagni piace tale diviso, e di ciò fare nell’arbitrio dell’amiraglio rimette, il quale volenteroso d’onorare Filocolo, comanda che i morti corpi siano levati dalla gran prateria, e data loro sepoltura, e ciascuno, lasciando ogni dolore, s’apparecchi a fare gran festa: e da il giorno a’ suoi popoli, nel quale tutti nella gran prateria vegnano, acciò che la cagione della comandata festa a tutti sia manifesta. Vanno adunque i parenti de’ morti nel sanguinoso prato, e a’ tristi busti con tacito pianto danno occulti fuochi la vegnente notte, e poi debita sepoltura. I feriti da scaltriti medici sono atati, mettendo per comandamento del signore le ricevute offese in non calere.

Il giorno dato viene, e il vermiglio prato ritornato verde riceve la moltitudine de’ nobili e del popolo sopravvegnente in quello. L’amiraglio, che con discreto stile aveva ordinata