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412 | il filocolo |
ne’ semplici anni gli aveva fatte conoscere, e toccando perviene infino a quel luogo ove ogni dolcezza si rinchiude: e cosí toccando le dilicate parti, tanto diletto prende, che gli pare trapassare di letizia le regioni degl’iddii; e oltre modo disidera che Biancofiore piú non dorma, e a destarla non ardisce, anzi con sommessa voce la chiama e tal volta strignendolasi piú al petto s’ingegna di fare che ella si desti. Ma l’anima, che nel sonno le pareva nelle braccia di colui stare, nelle cui il corpo veramente dimorava, non la lasciava dal sonno sviluppare, parendole in non minore allegrezza essere che paresse a Filocolo, che lei teneva. Alla fine pur costretta di destarsi, tutta stupefatta stringendo le braccia si destò, dicendo: «Oimè, anima mia, chi mi ti toglie?». A cui Filocolo rispose: «Dolce donna, confortati, che gl’iddii mi t’hanno dato, niuna persona mi ti potrá torre». Ella udita la voce umana, stordita del sonno e della paura, si volle fuori del letto gittare, e gridare e chiamare Glorizia, ma Filocolo la tenne forte, e subitamente le disse: «O graziosa donna, non gridare e non fuggire colui che t’ama piú che sé: io sono il tuo Florio, confortati e caccia da te ogni paura». Tacque costei maravigliandosi, e, parendole la sua voce, disse: «Come può essere che tu qui sia ora ch’io ti credeva in Marmorina?» . «Cosí ci sono come gl’iddii hanno voluto» rispose Filocolo, «e però rallégrati e rassicurati». Parevano im possibili queste parole ad essere vere a Biancofiore, e riguardandolo le pareva desso, e rallegravasi, e non credendolo, tutta di paura tremava.
In questa maniera Filocolo confortandola, e da lei la paura cacciando con vere parole, dimorarono alquanto. Ed ella in piú modi accertandosi che desso era, cioè Florio, colui che ella teneva in braccio, sospirando lo incominciò ad abbracciare e a baciare, tanto amorosamente e tanto lieta in se medesima, che appena le bastava a tanta letizia la vita; e cosí gli disse: «O dolce anima mia, cosa impossibile a credere mi fai vedere; dimmi per quegl’iddii che tu adori, come venisti qui?». A cui Florio rispose: «Donna mia, cosí ci venni come fu