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libro primo 35

suoi compagni, gli pregò che divotamente pregassero Giove per la loro salute. E cosí senza discender de’ loro cavalli, in atto reverente tutti divotamente cominciarono a pregare; e Lelio, davanti a tutti, disse cosí: «O sommo Giove, grazioso Signore, per la cui virtú con perpetua ragione si governa l’universo, se tu per alcuno priego ti pieghi, riguarda a noi, e nel presente bisogno porgine il tuo aiuto. Noi solamente in te speriamo, i quali disiderosi dimoriamo nel santo viaggio del tuo caro fratello. E come tu, cui niuna cosa si nasconde, vedi, noi ci apparecchiamo di muovere nuove battaglie a strani popoli, e non per ampliare le nostre ricchezze o il mondano onore, ma solamente perché la tua vera legge per negligenza di noi non s’occulti sotto la falsa volontá di questa gente, la quale veramente credo che del tutto le sia ribelle. Adunque prima il tuo aiuto ci porgi, senza il quale indarno s’affatica ciascuno operante, e poi alcun manifesto segno dalla tua somma sedia ne dimostra, il quale le nostre speranze conforti e i nostri cuori sempre ne’ tuoi servigi. E in questo ne dimostra il tuo piacere, acciò che noi, credendoci bene oprare, non bagnassimo le nostre mani in innocente sangue, o, senza dovere, nel nocente». Appena ebbe finito Lelio la sua orazione, che sopra lui e i suoi cavalieri apparve una nuvoletta tanto lucente che appena potevano con li loro occhi sostenere tanta luce; della quale una voce uscí, e disse: «Sicuramente e senza dubbio combattete, che io sarò sempre appresso di voi aiutandovi a vendicar le vostre morti; e senza alcuna ammirazione le presenti parole ascoltate, che tal volta convien che ’l sangue d’un uomo giusto per salvamento di tutto un popolo si spanda. Voi sarete oggi tutti meco nel vero tempio di Colui che voi andate a vedere, e quivi le corone apparecchiate alla vostra vittoria vi donerò». E questo detto, come subita venne, cosí subitamente sparve. Allora Lelio e i suoi lieti si dirizzarono, ringraziando la divina potenza, e, riprese le loro armi, s’apparecchiarono di resistere a’ lor nemici, i quali con grandissimo romore giá s’appressavano a loro.