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382 | il filocolo |
odorando. In questa camera e in questo cosí nobile ’letto dorme sola Biancofiore: e questa grazia singulare piú che l’altre riceve, perché di bellezza e di costumi avanza ciascun’altra, ben che l’altre onorevolmente dimorano ciascuna nella sua camera. Ma nella sommitá di questa torre è un dilettevole giardino molto bello, nel quale ogni albero o erba che sopra la terra si trova, quivi credo che si troverebbe: e in mezzo del giardino è una fontana chiarissima e bella, la quale per parecchi rivi tutto il giardino bagna. Sopra questa fontana è un albero il cui simile ancora non è alcuno che mai vedesse, per quello che dicono coloro che quello veduto hanno. Questo non perde mai né fiori né fronde, ed è di molti opinione che Diana e Cerere, a petizione di Giove, antico avolo del nostro amiraglio, pregato da lui, ve lo piantassero. E di quest’albero e di questa fontana vi dirò mirabile cosa, che qualora l’amiraglio vuole far prova della virginitá d’alcuna giovane, egli nell’ora che le guance cominciano all’aurora a divenir vermiglie, prende la giovane, la quale vuoi vedere se è pulcella o no, e menata sotto questo albero. E quivi per picciolo spazio dimorando, se questa è pulcella le cade un fiore sopra la testa, e l’acqua piú chiara e piú bella esce da’ suoi canali; ma se questa forse congiugnimento d’uomo ha conosciuto, l’acqua si turba e ’l fiore non cade. E in questo modo n’ha giá molte conosciute, le quali con vituperio da sé ha cacciate. In questo giardino si prendono diversi diletti le donzelle: in questa maniera che detto vi ho dimorano libere di poter cercare tutta la torre infino al primo solaio; da indi in giú scendere non possono né uscire mai senza piacere dell’amiraglio. Potete avere udito come dimorano: ora sotto a quale guardia vi narrerò.
Nella piú infima parte della torre, copiosa di graziosi luoghi ad abitare, non può alcuna persona ch’è disopra discendere, né alcuna che disotto sia salir disopra senza il piacere dell’amiraglio, sí com’io dissi. Quivi abita un arabo, da cui la torre è chiamata la Torre dell’Arabo, castellano di quella, ed appellato per proprio nome Sadoc. Egli ha a pensare di tutte quelle cose che alle pulcelle siano necessarie,