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libro quarto 379

Molto mi saria caro il poterti di Biancofiore migliori novelle dire che non posso; ma come colui che interamente di lei ciò che è sa, come ella sia, e donde e come qui venisse vi conterò: poi quel consiglio e aiuto che per me a tal bisogna dare si potrá, com’io per me l’adoperassi, cosí il vi proffererò e donerò. Qui venne, giá sono passati sei mesi, Antonio ausonico mercatante, e il compagno suo, e a me, come a loro caro amico, richiedendo aiuto e consiglio, davanti presentarono la bella giovane la quale voi cercando andate, e dissermi: ‛Dario, noi veniamo dagli occidentali paesi, quivi per avventura chiamati da Felice re di Spagna. Di suo patto e nostro per questa giovane tutti i nostri tesori gli donammo, e quivi menata l’ahbiamo acciò che al signore la vendiamo, e di lei oltre a’ nostri tesori gran quantitá guadagnare intendiamo: però ponici in via come noi possiamo questo ad effetto recare’. Le quali cose udendo, io incontanente all’amiraglio nostro signore li menai, e, narratagli la bisogna di costoro, e fattagli venire Biancofiore davanti, tanto gli piacque, che senza alcun patteggiare comandò che i tesori che costata era a’ mercatanti fossero loro raddoppiati, e la giovane rimanesse a lui, e cosí fu fatto. I mercatanti si partirono, e Biancofiore rimasa dall’amiraglio fu fatta mettere in una torre grandissima e bella, qui assai vicina, con altre molte donzelle in simile maniera comprate, e quivi, a fine ch’io vi dirò, essa e l’altre sotto grandissima guardia sono guardate. Sí come io credo che tu sappia, l’amiraglio di cui davanti parlammo, è soggetto del potentissimo correggitore di Babillonia, e a lui ogni dieci anni una volta per tributo conviene che gli mandi infinita quantitá di tesori, e cento pulcelle bellissime. Ed egli, acciò che nella grazia del signore interamente permanga, quanto piú può s’ingegna d’averle belle e nobili, né alcuna n’ha nel mondo che bella sia, la quale per tesoro avere si potesse, ch’egli a quantitá guardasse, ma, che volesse costasse, e’ converrebbe che sua fosse: e ciò puote egli ben fare, perciò che il suo tesoro è infinito. E si com’io t’ho detto, a fine di donarle al signore il fa; e come egli l’ha, in quella torre le guarda solennemente, dove alcuna