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libro quarto | 377 |
nave, renderono le vele a’ prosperevoli venti, li quali in brieve tempo infino al porto di Alessandria salvamente li portarono. Quivi discesi in terra, date l’ancore a’ fondi, a casa d’un gentiluomo d’Alessandria, a Bellisano amico intimissimo, chiamato Dario, se n’andarono. Egli con lieto viso principalmente Bellisano e appresso Filocolo e gli altri graziosamente ricevette, quanto il suo potere si stendeva onorandogli, offerendosi a Filocolo e ad Ascalione e a tutti, per amore di Bellisano, ad ogni loro piacere e servigio apparecchiato: di che da tutti con debite parole fu ringraziato.
Dimorati costoro alquanti giorni con Dario, e veduta la nobile cittá, e presi diversi diletti, Filocolo, il cui core da amorose sollecitudini era stimolato, ogni ora un anno gli si faceva di sapere quello per che quivi venuto era. E però a sé Bellisano e Ascalione chiamò e disse loro: «Che facciamo noi? Che perdimento di tempo è il nostro? Venimmo noi qui per vedere le mura d’Alessandria? Quando vi piacesse, a me molto saria caro d’intendere a quello per che qui siamo venuti. La nemica fortuna ci ha assai tolto di tempo: ora che contro alla forza di lei qui siamo pervenuti, non ce ne togliamo noi medesimi, però che il perderlo a chi piú sa piú spiace». A cui Bellisano rispose: «Ciò che dite assai mi piace, e però facciasi». Chiamato adunque Dario, in una camera tutti e quattro tacitamente si misero, e postisi sopra un ricco letto a sedere, Bellisano cominciò a Dario cosí a parlare: «Amico, perciò che io credo che ignoto ti sia chi tu abbia onorato e onori, e similemente la venuta di costoro da te ricevuti, io lo ti dirò; ma il loro essere e la cagione del loro pellegrinare tu a niuno palesando, quel consiglio e aiuto che per te si può ne sia porto». E mostrandogli Filocolo, disse: «Costui è figliuolo dell’alto re di Spagna, nipote dell’antico Atlante sostenitore de’ cieli; e quelli che tu in sua compagnia vedi, sono giovani nobilissimi e di grandissima condizione, e qui sono venuti, e io con loro, acciò che novella abbiamo di Biancofiore bellissima giovane, la quale fu qui da Antonio ausonico mercatante e da un suo compagno