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374 il filocolo

la fortuna non l’avesse offesi. E tanto di lui vi so dire, che egli pieno di dolore, sí come io, in simile affanno va pellegrinando per trovarla. Onde vi priego che se voi sapete in che parte i mercatanti la portarono, che voi lo mi diciate. Io porto meco molti tesori, de’ quali io renderei doppiamente a’ mercatanti quel che loro costò, se rendere la mi volessero». Disse allora Sisife: «Gran pietá ebbi di lei, e maggiore la mi fai venire, e se gl’iddii m’aiutino, se io fossi uomo sí come femina sono, teco la verria cercando; ma poi che aiuto donar non ti posso, prendi il mio consiglio. I mercatanti, che seco la portarono, mi dissero di dovere andare a Rodi, e di quindi ad Alessandria, e cosí credo che abbiano fatto: e però tu similemente questi luoghi cercherai, e se gli trovi, da mia parte della tua bisogna gli priega, e credo assai ti varrá, e se gl’iddii ti fanno tanta grazia che tu la ritrovi, piacciati che teco insieme io la rivegga». Piacque a Filocolo il consiglio e l’ascoltata novella, e benignamente le promise di rivederla, se conceduta gli fosse la grazia. E dopo molte parole, da lei molto onorato, donatile graziosi doni come a tanta donna si conveniva, con sua licenza da lei si partí. E venuto il tempo al loro cammino utile, co’ suoi compagni salito sopra la nave si partirono cercando Rodi.

Naviga adunque Filocolo: e ciascun giorno piú i venti rinfrescano e pigliano forza in aiuto di Filocolo, sí che in brieve, lasciandosi indietro Gozo e Moata, pigliando l’alto mare fuggiva la terra. Ma per mancamento di venti e per venire a Rodi, torse il cammino d’Alessandria, e passando Venedigo, Sechilo e Pondico, trovò l’antica terra di Minos, dalla quale Saturno fu dal figliuolo cacciato. E alcun giorno qui dimorò in Candia, e quindi partito, Caposermone, Cassio e Scarpanto trapassò e in brieve venne a Trachilo, e di quindi a Lendego. Quivi entrato con la sua nave nel golfo diede l’ancora a’ profondi scogli, e scese in terra e cercò la cittá: per la quale andando Ascalione e’ suoi compagni con lui, avvenne per accidente che Ascalione fu riconosciuto da un grandissimo e nobilissimo uomo della cittá, col quale in Roma