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libro quarto 365


«Voi a voi medesimo contradite nelle vostre parole» disse la reina, «però che cosí si dee l’uomo rallegrare per dovere del bene che Iddio gli fa, come per operare virtú; ma se essere si potesse nell’uno caso sí dolente, come nell’altro si poria disleale, poriasi al vostro parere consentire: le naturali leggi seguire, che non si possono fuggire, non è gran cosa, ma le positive ubbidire è virtú d’animo; e le virtú dell’animo e per grandezza e per ogni altra cosa sono da preporre alle corporali opere. E se l’opere virtuose, faccendo degna compensazione, avanzano in grandezza ogni altra operazione, ancora si può dire che l’essere stato leale dura in essere sempre: la letizia si può in subita tristizia voltare, o divenire nulla o modica dopo brieve spazio di tempo, perdendo la cosa per che lieto si diventa. E però dicasi il cavaliere essere stato piú leale che colui lieto, da chi diritto vuole giudicare.»

Non seguitava appresso Massalino alcuno piú che a proporre avesse, perciò che tutti avevano proposto, e il sole giá bassando, lasciava piú temperato aere ne’ luoghi. Per la qual cosa Fiammetta, reverendissima reina dell’amoroso popolo, si dirizzò in piedi e cosí disse: «Signori e donne, compiute sono le nostre quistioni, alle quali, mercé degl’iddii, noi secondo la nostra modica conoscenza abbiamo risposto, seguendo piú tosto festeggevole ragionare che atto di quistionare, e similmente conosciamo di molte cose piú potersi intorno a quelle rispondere e migliori che noi non abbiamo dette: ma quelle che dette sono assai bastano alla nostra festa, l’altre rimangano a’ filosofanti in Atene. Noi veggiamo giá Febo guardarci con non diritto aspetto, e sentiamo l’aere rinfrescato, e da’ nostri compagni avere ricominciata la festa, che qui vegnendo per troppo caldo lasciammo, e però ci pare di noi tornare similmente a quella». E questo detto, presa con le dilicate mani la laura corona dalla sua testa, nel loco dove seduta era la pose, dicendo: «Io lascio qui la corona del mio e del vostro onore, infino a tanto che noi qui a simile ragionamento torneremo». E preso Filocolo per la mano, che giá s’era con gli altri levato, tornarono a festeggiare.