avviene il contrario, però che, sí come cara cosa e con fatica acquistata, ogni sollecitudine si pone a ben guardare il guadagnato amore, e cosí ognora piú si ama, e piú il diletto e il piacere dura. Ma se volete dire che il dubbio de’ parenti ci sia, noi nol neghiamo, e questa è una delle cagioni perch’egli è affanno ad avere l’amore d’una grande donna: ma i discreti con occulta via procedono in tali bisogne, ché non è dubbio che delle grandi e delle piccole donne, ciascuna secondo il suo potere, è amato e guardato l’onore de’ parenti, e cosí paria il folle nella mala ventura incappare amando in basso come in alto loco. Ma chi sará colui che Pisistrato di crudeltá trapassi, offendendo chi le cose sue ama, senza pensare avanti quello che poi fará a chi l’avrá in odio? Dite ancora mai costui di maggior donna di sé potere venire a fine del suo disio amandola, dicendo che la donna maggiore di sé disiderera d’amare e lui niente pregerá, mostra che ignoto vi sia che il piú picciolo uomo, quanto alla naturale virtú, sia di maggiore condizione e di migliore che la maggiore donna del mondo. Dunque, qualunque uomo ella disidera, di maggiore condizione di sé lo disidera. Fa bene però il virtuoso vivere e il vizioso i piccioli grandi, e’ grandi piccioli molte volte: non per tanto qualunque donna sará da qualunque uomo con debito stile sollecitata, senza dubbio a disiderato fine se ne perviene, ben che con piú affanno d’una grande che d’una piccola. E noi veggiamo che per continua caduta la molle acqua rompe e fora le dure pietre: però nullo d’amare alcuna si disperi. Tanto di bene seguirá a chi maggiore donna di sé amerá, che egli s’ingegnerá, per piacerle, belli costumi avere, di nobili uomini compagnia, ornato e dolce parlare, ardito alle imprese e splendido di vestire. E se l’acquisterá, piú gloria nell’animo ne avrá e piú diletto: e similmente nel parlare della gente sará esaltato e magnanimo reputato. Seguasi adunque la piú nobile, come avanti dicemmo.»