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332 | il filocolo |
dimora solo, e che noi abbiamo tempo, corriamo, e ciascuna l’abbracci e baci, ed egli quale poi piú gli piacerá prenderá». Determinatesi a questo, le due giovani cominciarono a correre sovra la verde erba verso il mio fratello: di che egli si maravigliò vedendole, e veggendo come elle veniano. Ma l’una di loro ancora assai lontano vergognosa quasi piangendo ristette, l’altra infino a lui corse e abbracciollo e baciollo e poseglisi a sedere allato raccomandandoglisi. E poi che l’ammirazione che costui ebbe dell’ardire di costei fu alquanto cessata, egli la pregò, per quell’amore ch’ella gli portava, che gli dovesse di questa cosa dire intera la veritá. Essa niente gli celò: la qual cosa questi udendo, e dentro nella mente esaminando ciò che l’una e l'altra avea fatto, tra sé conoscere non sapeva quale piú l’amasse, né quale piú egli dovesse amare. Ma venuto accidente che da queste gli convenne partire, di questo a piú amici dimandò consiglio, né mai alcuno sodisfece al suo piacere di tal dimanda: per la qual cosa io priego voi, da cui veramente credo la vera diffinizione avere, che mi diciate quale di queste due deve essere piú dal giovane amata».
A questa donna cosí la reina rispose: «Certo delle due giovani quella ne pare che piú il vostro fratello ami, e piú da lui deggia essere amata, che dubitando vergognosa rimase senza abbracciarlo: e per che questo ne paia, questa è la ragione. Amore, sí come noi sappiamo, sempre fa timidi coloro in cui dimora, e dove è maggior parte d’esso, similmente v’è maggiore temenza. E questo avviene però che lo intendimento della cosa amata non si può intero sapere, ché, se ’l si potesse sapere, molte cose, temendo dispiacere, non si fanno che si farebbero, però che ciascuno sa che spiacendo si toglie cagione d’essere amato: e con questa temenza e con amore sempre dimora vergogna, e non senza ragione. Adunque, tornando alla nostra quistione, diciamo che atto di vera innamorata fu quello di quella che timida si mostrò e vergognosa. Quello dell’altra, piú tosto di scelerata e di libidinosa che d’innamorata fu sembiante: e però essendo egli da colei piú amato, piú deve lei, secondo il nostro giudizio, amare».