Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
304 | il filocolo |
donò la ghirlanda, e all’altro la tolse, né le fu dall’altro donata: e quello che noi tutto giorno per esempio veggiamo può qui bastare, che si dice volgarmente coloro essere piú da’ signori amati i quali le grazie e’ doni ricevono, che quelli che di quelli privati sono. E però noi ultimamente tegnamo, conchiudendo, che quegli sia piú amato a cui è donato, che a cui è tolto. Ben conosciamo che alla presente quistione molto contro alla nostra diffinizione si potrebbe opporre: e alle opposte ragioni rispondere; ma ultimamente tale determinazione rimarrá vera. Ma però che il tempo non è da porre in una cosa sola, senza piú sopra questa parlare, gli altri ascolteremo, se vi piace». A cui Filocolo disse che assai gli piacea, e che bene bastava tale soluzione alla sua domanda; e qui si tacque.
Quistione II.
Sedeva appresso Filocolo un giovane cortese e grazioso nello aspetto, il cui nome era Longano, il quale, sí tosto come Filocolo tacque, cosí cominciò a dire: «Eccellentissima reina, tanto è stata bella la prima quistione, che appena la mia piacerá, ma non per tanto, per non essere fuori di sí nobile compagnia cacciato, io dirò la mia». E cosí parlando seguí: «E’ non sono molti giorni passati, ch’io soletto in una camera dimorando, involto negli affannosi pensieri pòrti dagli amorosi disiri, i quali con aspra battaglia il core assalito m’aveano, sentii un pietoso pianto, al quale, perché vicino a me la stimativa il giudicava, porsi intentivamente gli orecchi e conobbi che donne erano. Laond’io, per vedere chi fossero e dove, subito mi levai, e, rimirando per una finestra, vidi a fronte alla mia camera in un’altra dimorare due donne senza piú, le quali erano carnali sorelle, di bellezza inestimabile ornate, le quali vidi che questo pianto solette facevano. Ond’io in segreta parte dimorando, senza essere da loro veduto, lungamente le guardai; né però potei comprendere tutte le parole che per dolore con le lagrime fuori mandavano, se non che l’effetto di