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libro quarto 297

compagnia, sí come noi medesimi, qui venute». E poi che essi ebbero per lungo spazio cosí ragionato, disse Galeone: «Deh, dolce amico, se a voi non fosse noia, a me molto sarebbe a grado di vostra condizione conoscere piú inanzi che quello che il vostro aspetto rappresenta, acciò che, conoscendovi, piú degnamente vi possiamo onorare: però che tal fiata il non conoscere fa negli onoranti il debito dell’onorare mancare». A cui Filocolo rispose: «Niuno mancamento dalla vostra parte potrebbe venire in onorarmi, ma tanto me n’avete fatto avanti, che sovrabbondando avete i termini trapassati. Ma poi che della mia condizione disiderate sapere, ingiusto saria di ciò non sodisfarvi, e però, quanto lecito m’è di scoprire, ve ne dirò. Io mi sono un povero pellegrino d’amore, il quale vo cercando una mia donna a me con sottile inganno levata da’ miei parenti; e questi gentili uomini i quali con meco vedete, per loro cortesia nel mio pellegrinaggio mi fanno compagnia: e il mio nome è Filocolo, di nazione spagnuolo, gittato dal tempestoso mare ne’ vostri porti, cercando io l’isola de’ siculi». Ma tanto coperto parlare non gli seppe, che il giovine di sua condizione non comprendesse piú avanti che Filocolo disiderato non avrebbe: e de’ suoi accidenti compassione avendo, il riconfortò alquanto con parole che nel futuro vita migliore gli promettevano. E da quell’ora inanzi multiplicando l’onore, non come pellegrino, né come uomo accettato in quella festa, ma come maggiore e principale di quella, a tutti il fece onorare, e la donna massimamente comandò che cosí fosse, poi che da Galeone la sua condizione intese, in sé molto caro avendo tale accidente.

Era giá Apollo col carro della luce salito al meridiano cerchio e quasi con diritto occhio riguardava la rivestita terra, quando le donne e i giovani in quel loco adunati, lasciato il festeggiare, per diverse parti del giardino cercando, dilettevoli ombre e diversi diletti per diverse schiere prendevano, fuggendo il caldo aere che li dilicati corpi offendeva. Ma la gentil donna, con quattro compagne appresso, prese Filocolo per la mano dicendo: «Giovane, il caldo ne costrigne